A time to remember

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D.M.

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Siamo cresciuti con il mito dell’82, ma da oggi basta con i miti prestati: stavolta la facciamo noi la storia.
Ci hanno raccontato per 24 anni che quando eravamo appena nati l’Italia era la squadra più forte del mondo. E noi abbiamo sognato con quelle storie e ci siamo messi maglie e scarpe che ricordavano quell’evento. Ma la nostra generazione ha dimostrato, tramite questa splendida metafora di vita che è il calcio, che non siamo destinati a vivere e morire con i miti prestati. <p>Siamo in grado di creare la nostra, di storia, siamo una generazione tenace e questa squadra ne è il simbolo più bello.
E’ un’emozione difficile da raccontare ma che tutti proviamo in questo momento. Non voglio cascare nella retorica di una vittoria che puo risollevare le sorti del paese in un momento difficile come quello attuale. Ma quello che ci auguriamo, e quello che puo essere, è che da questo trionfo l’Italia prenda semplicemente un po di entusiasmo e un po di speranza per il futuro.
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E non ci ricorderemo di quel cannoniere o di quell’altro fenomeno, ma ci ricorderemo, finalmente, solo di una squadra. Una generazione che ha fatto capire di non avere bisogno di fenomeni, perchè la nostra via è il gioco di squadra, il cuore e l’anima. Il crederci sempre fino in fondo.
Campioni del mondo, e non ce ne rendiamo ancora conto. Anche noi siamo scesi in piazza fino a tarda notte, ed eravamo sicuramente tra i più folcloristici con il megafono per lanciare i cori e una coppa del mondo fatta in casa con un calice di birra, carta d’orata e tanta fantasia.
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Fra 15 anni saranno i nostri figli a mettersi le maglie con le scritte 2006 e a chiederci di raccontargli questo giorno.
Intanto noi conserviamo la prima pagina della Gazzetta, le lacrime di gioia dopo l’ultimo rigore di Grosso, una data indimenticabile: 9 Luglio 2006 e la festa di una notte magica che aspettavamo da sempre.
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D.M.</p>