Al Maliki al Congresso Usa: è un evento storico

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<p>“E’ stata una visita di grande importanza (ovviamente snobbata dai media “indipendenti”) quella del Premier iraqueno Al Maliki a Washington dove ha incontrato il Presidente americano George Bush e ha parlato davanti al Congresso.
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Le sue prese di posizione farebbero ben sperare per una possibile conciliazione tra religione islamica e stato di diritto.
Maliki ha infatti ribadito la felicità di essere partners degli Usa nella lotta al terrorismo e nella stabilizzazione della giovane democrazia irachena…”</i>
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</br><p>Il premier del governo emanato dal primo parlamento democraticamente eletto dell’Iraq si è recato in visita negli scorsi giorni a Washington, incontrando il Presidente americano George Bush e parlando davanti al Congresso.
E’ stata una visita di grande importanza, anche se così non sembra sfogliando la 'stampa indipendente' o guardando i telegiornali.
Al Maliki ha dichiarato che l’Iraq è un paese in prima linea nella guerra al terrorismo, che dietro la violenza nel paese c’è un sovvertimento delle regole dell’ Islam.
Secondo il premier questa è una battaglia tra il vero Islam, che rispetta la libertà personale e i diritti, e il terrorismo.
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C' è stata un po' di tensione e qualche critica verso Maliki, in particolare dal leader dei Democratici al Senato, Harry Read, soprattutto per il suo silenzio sulla crisi Israele-Libano e per la mancata condanna di Hezbollah.
L'amministrazione Bush conta molto sul successo del governo 'multietnico' di Maliki, personalità scelta con un compromesso due mesi fa dopo lo stallo seguente le libere elezioni, in sostituzione dell'altro sciita, Al-Jaafari.
Maliki e Bush si sono poi recati in elicottero in una base dell' Esercito Usa per pranzare con i soldati statunitensi e tenere un discorso davanti a loro.

Maliki ha ribadito la felicità di essere partners degli Usa nella lotta al terrorismo e nella stabilizzazione della giovane democrazia irachena.
Non è mancato un momento di contestazione, quando una dimostrante ha esibito una t-shirt rosa con la scritta 'Troops home now' e scandendo slogan dello stesso tono.
Nonostante le diverse posizioni che indubbiamente rappresentano sul conflitto in corso tra Hezbollah e Israele, Maliki e Bush cercano di proseguire il cammino di consolidamento della democrazia irachena. E la determinazione del premier iracheno nel rivendicare l'impegno del suo paese nella lotta la terrorismo, che falcidia numerose vite ogni giorno, non puo che essere vista positivamente da tutti i paesi occidentali che si stanno impegnando nella ricostruzione dell' Iraq.

La posizione di Maliki fa sperare nella possibile conciliazione tra religione islamica e stato di diritto, anche se alcune sue visioni dell' Islam non riflettono in pieno la visione di chi auspica uno stato laico in Iraq. Ma, d'altra parte, anche nella nuova costituzione irachena approvata qualche mese fa, l'Islam viene riconosciuto come 'una delle fonti' del diritto. Comunque, data la mancanza di una figura come il Papa all'interno della religione islamica, la dizione si presta ad innumerevoli interpretazioni, comprese quelle più 'liberali' della religione mussulmana.
La speranza è che Maliki riesca a lavorare nella direzione illustrata davanti ai senatori americani. Per il bene dell' Iraq e della nostra sicurezza.

J.Landi