Andryi Shevchenko, una bella storia in un calcio infangato
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<p>“In questi giorni in cui il calcio italiano è macchiato dal vile caso delle intercettazioni, è bello stendere l'elogio di un grande giocatore ma soprattutto di un grande uomo: Andriy Schevchenko.”
<p><p>Il 26 maggio 2006 per tutti i tifosi del Milan resterà un giorno tristissimo. Il nostro mitico numero 7 ha deciso di percorrere un'altra strada, andando al Chelsea di Londra dopo 7 anni di amore profondo col Milan.
In questi giorni in cui il calcio italiano è macchiato dal vile caso delle intercettazioni, è bello stendere l'elogio di un grande giocatore ma soprattutto di un grande uomo, Sheva.
Nella conferenza stampa del 26 maggio il bomber ha chiarito il perchè di tale scelta: non per soldi, ne ha già tanti; non per cercare nuovi stimoli, qualunque squadra per lui sarà sempre inferiore come forza e prestigio al Milan; ma per la famiglia, per amore profondo nei confronti della moglie, che per il piccolo Jordan vuole un'educazione nelle scuole Inglesi.
Chissà quanto soffrirà Sheva per non poter più vestire la venerata divisa rossonera e chissà quanto soffriremo noi senza più averlo in squadra. Nuove avventure ci attendono, nuovi sguardi, nuovi nomi, nuovi idoli incroceranno il nostro cammino, ma nel cuore di ogni milanista il ricordo di Sheva rimarrà per sempre come uno splendido sogno, iniziato 7 anni orsono e che lo ha portato ad essere il secondo goleador rossonero di tutti i tempi con 172 goal, a vincere il pallone d'oro ed i trionfi del milan sono in buona parte merito delle sue prodezze. Si dice che un giocatore da solo non puo fare la differenza: non nel caso di Sheva, uno dei più grandi giocatori di sempre.
In questi 7 anni Sheva con il Milan ha vinto:
- il pallone d'oro;
- 2 titoli di capocannoniere;
- la Chanpions League nel 2002-2003 contro la Juventus grazie al suo rigore decisivo, il punto più alto della sua carriera e che ne consacra la venerazione eterna da parte dei tifosi del Milan;
- la Coppa Italia nello stesso anno conquistata contro la Roma (ââ¬Â¦e ovviamente uno dei 4 goal della finale d'andata porta la sua firmaââ¬Â¦);
- la Supercoppa Europea nel 2003-20004 contro il Porto,vinta 1 a 0 grazie ad un suo goal;
- il 17ð Scudetto del Milan nel 2003-2004;
- la Super Coppa di Lega contro la Lazio nel 2004-2005 vinta 3 a 0 con una sua storica tripletta.
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Queste vittorie avrebbero essere potute essere di più ma questo è la vita, questo è il destino; ma resterà per sempre il ricordo di un giocatore sempre corretto e leale con gli avversari, che non ha mai simulato e che non ha mai dimenticato la sua terra, le sue origini, di quando bambino giocava nelle strade di Kiev con il papà che gli diceva di non andare a giocare il alcuni campi perchè più radioattivi a causa del disastro di Chernobyll.
Non ci dimenticheremo il fatto che all'indomani della vittoria della Champions League si sia voluto recare ad ogni costo a Kiev con la coppa per portarla sulla tomba del suo maestro calcistico, il generale Lobanov, (per anni allenatore della Dinamo Kiev) quasi a volergliela dedicare e dirgli: ' guarda, ce l'ho fatta, ed è anche grazie a te '.
Questi sono i grandi sportivi e i grandi uomini.
Ciao mitico numero 7, buona fortuna.
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Alessandro Bartolini
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