Il giorno dopo il social forum di firenze....
Sdegno. E' questo il sentimento che mi prende quando sconcertato, inerme, affranto mi trovo davantiun manifestante del Social Forum che sorregge sorridente un cartello con Stalin ('per un Italia rossae socialista').
Milioni di morti dimenticati, milioni di vite che si sono spente piano, nel silenzio degli enormi gulag siberiani; e adesso finiscono tutte lì, in quel sorriso sarcastico e crudele. <p>Sdegno, quando vedo uno striscione che paragona Bush a Hitler, con decine di ragazzi che ballano, cantano ridono.
Milioni di innocenti che finiscono lì, in un canto di morte, in una danza assassina. Icone sventolate con il sorriso sulle labbra. Immagini di morte, di sangue di dolore sbandierate con leggerezza, con gioia.
Sdegno, quando scorgo la bandiera americana, che ha perso le sue stelle per far posto a teschi e svastiche.
Non una parola per i morti del terrore islamico.
Non una parola per le famiglie che sono state dilaniate dall' azione sconsiderata di un kamikaze.
Solo la bandiera palestinese.
Ma la morte non ha lo stesso valore per tutti?
No. Per coloro che ho visto a quella maledetta manifestazione la morte non aveva valore alcuno. La morte era solo un pretesto per farsi propaganda, per scendere in piazza a urlare con violenza contro chi non la pensa come loro (ma a questo punto mi chiedo: queste persone sono capaci di pensare?); di certo, la maggioranza dicoloro che è scesa in piazza, di globalizzazione non ne sapeva proprio niente. Basti vedere il coraggio che hanno a urlare contro le multinazionali indossando scarpe, magliette e capi di abbigliamento costosissimi, marcati proprio dalle aziende che mettono sotto accusa.
Vergogna, quando sento che un emittente locale, in una trasmissione talmente di parte da far paura, dice che in questa manifestazione non c'è stata violenza nè verbale nè fisica (mentre nel sottofondo, abilmente mascherati, si sentivano cori oltraggiosi contro il Presidente del Consiglio).
Vergogna, perchè in un giorno come questo (il 9 novembre 1989 cadeva il muro di Berlino) riappaiono vecchi fantasmi, che pensavo fossero estinti da quel muro che crollava (avevo nove anni ma non lo scordero mai) Vergogna, per la mia città
dilaniata dall'ipocrisia.
Vergogna, per la mia città che è morta per un giorno.
<p>
Gabriele Farolfi</p>
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