Italiano moralista

“L'italiano moralista. Quello che giudica, forte della propria presunta eticità.
Fare del moralismo a buon mercato, puntando il dito contro gli altri, quasi a voler ottenere una purificazione di rimando, è il nuovo (vecchio) sport dell'italiano medio.
Tutti allenatori della nazionale, tutti presidenti del consiglio, tutti magistrati. Come Saverio Borrelli e Cesare Ruperto, entrati da protagonisti nelle vicende di Moggi & Co., con la stessa ansia giustizialista vissuta negli anni di Tangentopoli, inneggiati prima come salvatori della Patria, oggi del suo gioco più famoso.
Un anno di silenzio. Poi il tran-tran ricomincerà, come prima, più di prima. I moralisti della domenica vestiranno di nuovo i panni dei tifosi..”
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L'italiano moralista. Quello che giudica, forte della propria presunta eticità.
Fare del moralismo a buon mercato, puntando il dito contro gli altri, quasi a voler ottenere una purificazione di rimando, è il nuovo (vecchio) sport dell'italiano medio.
Tutti allenatori della nazionale, tutti presidenti del consiglio, tutti magistrati: le intercettazioni che hanno confermato la presenza di intrighi nel mondo del calcio o l'esistenza di 'baratti' tra vallette, dirigenti Rai ed esponenti della politica, pubblicate senza il minimo buon gusto dai nostri quotidiani - tabloid, sono state sfogliate con avidità dai lettori peninsulari.


Sono sbucati capelluti magistrati anglo - napoletani, determinati a perseguire per legge il portavoce - portaborse di turno, accusato di concussione sessuale per aver aiutato la solita bella ragazza ad avanzare in Rai, si è gettato discredito sul partito di appartenenza del portavoce - portaborse, chiudendo gli occhi su consuetudini ben radicate in tutti i partiti dell'arco parlamentare. 'L'eticità dei comportamenti umani non si impone per legge' dice Giuliano Ferrara, direttore del 'Il Foglio', in un articolo comparso sul settimanale 'Panorama' dal titolo: "La palla rotola, le teste anche" del 10/7/2006, a commento del processo 'Calciopoli'.
I dirigenti di società che hanno fatto 'mafia' per poter conquistare migliori risultati sportivi devono essere puniti, ma la moralità nel mondo del calcio o della politica o delle banche non mostra sul fondo del 'contenitore' la 'data di scadenza'.

Saverio Borrelli e Cesare Ruperto, insigni magistrati, sono entrati da protagonisti nelle vicende di Moggi & Co., con la stessa ansia giustizialista vissuta negli anni di Tangentopoli, inneggiati prima come salvatori della Patria, oggi del suo gioco più famoso.
Siamo tutti magistrati. Juve, Milan, Lazio e Fiorentina andranno in serie B, Moggi, il gran manovratore, non uno stinco di santo, pagherà per tutte le 'mafie' scatenate dai dirigenti di società sportive dalla terza categorie alla serie A. Un anno di silenzio. Poi il 'tran-tran della pastetta' ricomincerà, come prima, più di prima. I moralisti della domenica vestiranno di nuovo i panni dei tifosi, in gola il grido strozzato per il gol sbagliato dalla squadra del cuore, ai quattro venti l'esultanza per un rigore regalato dall'arbitro, anche se inesistente.

Che dire dello 'scandalo' vallette? Il portavoce/portaborse su cui si è incentrata l'indagine è divenuto, a prescindere dalle accuse contestate, bersaglio dei finti moralisti che con una mano indicano il colpevole, con l'altra si frugano nella coscienza a rimuovere i loro peccatucci. Una bella laccata 'simil-oro' al volto era loro necessaria, per mascherare tanta ipocrisia.
C'è chi non avverte nemmeno questo problema. Facce di bronzo. Piero Fassino, ospite del programma 'Ballaro' su Rai tre, all'affermazione mossa da uno degli ospiti di Giovanni Floris, secondo la quale ogni ministro trova tutte le mattine un codazzo di cortigiani bisognosi di favori sotto casa, ebbene Piero Fassino ha risposto candidamente: 'Non mi sono mai capitate queste situazioni, non mi è mai successo!'. Miracoli della moralità. Devoti a san Piero.
'Integri fuori… ma dentro c'è del nero'.

Vittorio "Winston" Vannucci