L'Ultimo Samurai
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VOTO: 7,5
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Dalla visione del film con Tom Cruise, ai riferimenti culturali della destra tradizionale.
Un viaggio intorno alla figura del Samurai e del Guerriero.
Approfondimenti:
Mishima
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In questi giorni ho visto l'Ultimo Samurai.
Non c'è che dire, hanno fatto proprio un bel lavoro.
Discrete le interpretazioni degli attori, soprattutto del cast orientale, grandiose le scenografie e le ricostruzioni storiche, anche se vedere un americano calato nei panni di un samurai puo far storcere la bocca.
Ma quello che più rimane impresso del film è sicuramente la filosofia dei samurai e i loro precetti.
Non che un film ci possa far capire la cultura orientale, certo ci fa fare un piccolo sforzo di immedesimazione nei personaggi.
Così valori come la tradizione o l'onore, dimenticati dal nostro occidente moderno e a volte quasi ripudiati, tornano ad essere durante la proiezione un qualcosa di veramente sentito.
Noi, che siamo forse un po' troppo consapevolmente dimentichi di esempi più vicini alla nostra storia e alla realtà, riviviamo emozioni che dovremmo ricercare più spesso nella vita di tutti i giorni.
Miracoli dei film. Anche di quelli holliwoodiani, tanto vituperati dagli intellettualoidi nostrani.
Sarà bene precisare che i samurai sono un unicum storico e lungi da noi l'idea di voler fare facili accostamenti. Certo che questa storia ci da l'occasione per spaziare e andare a ricercare chi intorno a noi ha seguito la via dell'onore e della tradizione.
Spero ad esempio che dopo la visione di questo film ci si pensi due volte a definire kamikaze dei terroristi, visto che nella storia i kamikaze erano ben altro, molto più vicini come spirito ai guerrieri orientali che ai banditi di una forse iniqua modernità.
Doverosa è, fuggendo un po' dall'oggetto principale, la citazione in questo articolo di Yukio Mishima, scrittore giapponese del dopoguerra, passato alla storia appunto come l'ultimo samurai.
Mishima era profondamente sconvolto dalla perdita della tradizione in atto nel giappone post-bellico a causa della colonizzazione americana.
Ancora cocente era in lui la sconfitta della seconda guerra mondiale.
Così colui che era definito il D'Annunzio Giapponese, che aveva reclutato un esercito di giovani fedeli tutti votati alla via del bushido, armato di sola spada e con un limitato numero di guerrieri riuscì ad entrare in un palazzo ministeriale e parlare ad un migliaio di militari prima di fare hara kiri. Si, proprio come nel film, perchè non poteva sopportare la vergogna di vedere il proprio paese ridotto quasi in schiavitù.
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Mishima pur essendo profondamente giapponese, incarna una di quelle figure che da sempre affascina noi giovani di destra: uomo d'intelletto, poeta e scrittore, culture dell'estetica, raffinato, uomo d'azione, fedele alla patria e ai compagni d'arme.
Tante le figure che in quest'ottica andrebbero riscoperte, con un po' più di serenità, quella di coloro che si son lasciati alle spalle la storia.
Mi riferisco a quel J.A. Primo de Rivera che visse, combattè e morì per la sua Spagna. Nobile d'animo e d'origine, leale e tenace. Un vero uomo libero.
Come non pensare anche a D'Annunzio, eroe nella vita prima ancora che vate di una cultura e maestro dell'arte poetica. O Ezra Pound, padre di quella cultura che vuole idee e azioni legate indissolubilmente.
E perchè no? Ci affascina anche il principe Junio Valerio Borghese, che per l'onore d'Italia lotto fino all'ultimo e che per il proprio paese sarebbe stato capace di riprendere le armi, o il maresciallo dell'aria Italo Balbo indomito nella sua ricerca del primato italiano nei cieli e nella storia. Scelte drammatiche, estreme, ma che hanno lasciato un segno anche nel cuore del nemico.
Come ci ricorda anche il film sono scelte che quando coinvolgono gli altri purtroppo possono portare a conseguenze drammatiche e funeste, ma non si puo giudicare così facilmente chi per tutta la vita ha ricercato e inseguito ideali e valori diversi da quelli della nostra quotidianità.
In fondo, come dice la canzone ââ¬ËRicordi' qui scaricabile, le nostre ossa affondano nelle Termopili e il nostro sangue scorre nel Tevere e nel Piave.
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