Non ci sono più i compagni di una volta
di</i>
D.M.
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Bravo Bersani, bravo chi ha voluto questa riforma. Avrei voluto scrivere qualche anno fa queste righe, quando comandava la squadra avversaria e noi sognavamo l’inizio glorioso dell’era liberale e liberista, il trionfo del libero mercato contro le oligarchie, della meritocrazia contro il privilegio. La storia ci dice che 5 anni sono passati talmente alla svelta e molte cose sono cambiate, ma non abbastanza per l’opportunità storica che avevamo tra le mani.
<p>Adesso sono qui ad applaudire una riforma che per qualche oscuro piano del destino proviene dai compagni.
Eh sì i compagni di una volta sono merce rara ormai, quelli che gridavano allo stato-leviatano padrone delle nostre vite e del nostro destino. Adesso liberalizzano.
Che sia il tricolore-mondiale che ci ha reso tutti più preoccupati del bene comune?
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Cosa cambia davvero con questa riforma? Non molto, per la verità, ma sempre meglio inziare cambiando qualcosa che morire avendo lasciato tutto com’era. Diciamolo subito: i grandi gruppi di potere (di cui lo stesso Bersani è, in parte, espressione) non vengono attaccati, l’ordine dei giornalisti e il bulgaro sindacato che li comanda non viene (ahimè) smantellato, ai notai viene provocato (ahimè, ahimè) solo un leggero colpo.
Ma vengono colpite categorie che possedevano privilegi e paraventi statali molto più che fastidiosi.
A questo proposito vi devo confessare un mio personale godimento: ascoltando in radio le ire (del presidente?) dell’unione degli avvocati ho capito che questa riforma era giusta: ai legali toccheranno parcelle negoziabili secondo la riuscita della causa e l’abolizione delle tariffe minime con possibilità di reale concorrenza tra professionisti.
Osservando gli scioperi dei taxisti che ci fanno rimpiangere di non noleggiarla, una macchina, anche per fare 3 chilometri, la mia convinzione sulla bontà della riforma è cresciuta. Per non parlare della soddisfazione che mi hanno dato le dichiarazioni di sfida dell’ordine dei farmacisti, delle assicurazioni etc etc…
Finalmente, dopo i giornali, anche i farmaci saranno venduti nella grande distribuzione. A proposito: che aspettiamo a liberalizzare anche i distributori di benzina nei supermercati? Nel Regno Unito sono la prassi.
Dimenticavo l’introduzione della Class Action, l’azione legale collettiva a favore dei consumatori da noi arriva adesso ma negli USA, dove per gli azionisti si ha profondo rispetto (al contrario che nel Belpaese) è anch’essa la norma.
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Ho sentito dire che la sinistra va a colpire l’elettorato di destra. Anche se fosse, personalmente non me ne fregherebbe niente. Abbiamo avuto 5 anni per colpire l’elettorato di sinistra e i dipendenti pubblici. Perchè non l’abbiam fatto?
Gli attacchi di Bersani alle “professioni” sono cio che auspicavamo in anni di lotte per un liberalismo compiuto ispirato agli USA.
Viviamo in un paese dove non c’è un reale libero mercato, dove comandano i soliti noti, dove va avanti chi ha le spinte e non chi coltiva un sogno di meritocrazia che non ci appartiene.
Fatemi credere per un po che non è tutto un paravento in attesa del solito, sinistro, aumento delle tasse. Fatemelo credere, anche se immagino già come andranno le cose.
Ah, Silvio, potevamo davvero fare la rivoluzione.
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D.M.</p>
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