Oh, no! Silvio!
Io penso che un progetto lo si debba costruire su fondamenta solide, ma se queste ad un certo punto vengono smantellate vuol dire che non ci si credeva veramente: significa che nel nome di una vittoria elettorale (ed è da vedere che sorta effettivamente grandi effetti) si è pronti a sacrificare anche i valori più importanti.
Ma in questi termini a cosa serve vincere?
Andiamo pero per gradi.
La mia generazione non ha conosciuto bene gli anni della Prima Repubblica.
Noi siamo sempre stati abituati a dover scegliere tra una Destra e una Sinistra, o meglio: tra un centrodestra e un centrosinistra.
Eppure il bipolarismo esisteva anche prima. C'era un grande partito di centro, la DC, e un grande partito di sinistra il PCI. Uno governava sempre accordandosi di volta in volta con liberali, socialisti, repubblicani, cioè su base elettorale e non politica, mentre l'altro partito prendeva il 30% ma non governava mai (e aggiungo, per fortuna!).
Non è stato un quadro molto edificante, ma era la conseguenza di un sistema anomalo dove uno dei due maggiori partiti rappresentava direttamente una forza nemica nel panorama internazionale. Erano i tempi della guerra fredda.
Oggi, superate certe divisioni, uno scenario simile è davvero improponibile. La Prima Repubblica è cascata sotto i colpi, non solo dei magistrati, ma anche delle persone che chiedevano trasparenza, coerenza. Che volevano finalmente poter scegliere tra due alternative e non essere spettatori inermi del "teatrino della politica" fatto di inciuci, rimpastoni, e autoreferenzialità. Non dico che fossimo arrivati alla fine di questo percorso, ma una coscienza bipolare si è realmente formata tra la gente. Il percorso da fare è ovviamente lungo, ma tornare ad un sistema partitocratico non puo spingerci in avanti.
Se passasse un proporzionale puro con la configurazione che ha creato Berlusconi i diktat dei partitini saranno sempre maggiori e un leader da 5% potrà aspirare a governare a colpi di ricatti.
Gestire un governo diventerebbe una trattativa continua perchè sarebbe una mediazione di 3, 4, 5 programmi diversi.
Di fatto non cambieranno gli equilibri (sempre che non si realizzi un improbabile patto tra PD e PDL), ma si esaspereranno le situazioni di contrasto e i malcostumi che già oggi esistono e che denunciamo da sempre su queste pagine.
L'unica strada doveva essere quella di un percorso veramente condiviso che avrebbe portato ad una formazione unitaria, come hanno fatto a sinistra, per altro. Si è preferita invece l'ennesima mossa ad effetto, stavolta senza contenuto.
C.Z.
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