Prodi go home!
<img src=”/images/articoli2/dalmolin.jpg” widht=380 height=280>
<p>La questione-base è chiusa solo in parte: il Governo Prodi, dilaniato dalle posizioni oltranziste, si è chiamato fuori nascondendosi dietro le decisioni del Governo Berlusconi e del Consiglio Comunale di Vicenza a guida CdL.
La scelta di Vicenza appare pero la più logica: gli uomini della 173th brigata aviotrasportata, tra le unità più efficienti dell'Us Army, sono una presenza consolidata e ben integrata, inoltre Vicenza è sede del comando Nato per il Sud Europa.
La sinistra non vuole gli amerikani? Bene, che inizi allora un grande e oneroso piano di investimenti nelle nostre forze armate.
<p><p>La dichiarazione del Presidente del Consiglio Romano Prodi secondo il quale il Governo Italiano 'non si opporrà' alla realizzazione della base USA Ederle 2 a Vicenza chiude solo parzialmente una vicenda, apertasi oltre un anno fa, che che ha visto la sinistra, più o meno estrema, letteralmente scatenata sull'argomento.
La questione è chiusa solo parzialmente perchè il Governo Prodi, dilaniato tra le posizioni oltranziste e radicali e la componente più realista e moderata, in realta si è letteralmente chiamato fuori nascondendosi dietro le decisioni del Governo Berlusconi e del Consiglio Comunale di Vicenza anch'esso a guida CdL.
<p>
In sostanza Prodi, D'alema, Parisi e Amato hanno deciso di rinviare ancora una volta lo scontro interno alla loro maggioranza in tema di politicha estera ed in modo particolare nei rapporti con Washington.
Non che la stessa componente 'rifomista' abbia lesinato all'amministrazione Bush attacchi e marcati distinguo per l'invio di rinforzi in Iraq e per i raid contro Al-Quaida ed in Somalia, ma forse proprio la necessita di abbassare la tensione con l'alleato ha influito sulla scelta di non opporsi alla realizazione della base.
<p>
Un peso determinante ha avuto anche il tentativo di contropiede della Germania pronta ad accogliere i militari che con ogni probabilità, in caso di diniego italiano, avrebbero lasciato Vicenza, e perfino a finanziare la nuova base pur di scongiurare la partenza dei militari americani e con essi la perdita di posti di lavoro e di indotto conseguente.
<p>
<p>
Ma andiamo con ordine: la decisione di creare una nuova base più funzionale in Italia nelle vicinanze di Aviano, che potesse ospitare l'intera 173th brigata, oggi come accennato divisa tra Germania e Italia, era stata comunicata dal Pentagono all'Italia un paio di anni fa dopo la realizzazione di un piano strategico di rischieramento e riorganizzazione delle Forze Armate Usa nel Mondo prodotto per far fronte agli scenari post-11 Settembre, e per superare l'attuale disposizione modellata sulle esigenze della Guerra Fredda.
<p>
In questo piano il nord-est italiano riveste un ruolo strategico importante perchè permette capacità di proiezione sui Balcani che non sono ancora del tutto stabilizzati, nel Medierraneo e conseguentemente in Medio Oriente.
La scelta di Vicenza appare logica perchè gli uomini della 173th brigata aviotrasportata sono una presenza consolidata e ben integrata, inoltre Vicenza è sede del comando Nato per il Sud Europa.
La necessità di creare la nuova base Ederle 2, oggetto del condere, in un'area di proprietà della Difesa presso l'areopordo Dal Molin, si è resa necessaria perchè l'attuale base Ederle non presentava margini di sviluppo sufficienti a supportare la complessa macchina necessaria a supportare circa 5.000 paracadutisti, per inciso una tra le unità più efficienti dell'Us Army, protagonista del lancio nel nord dell'Iraq resosi necessario per aprire un fronte a nord di Bagdad dopo il diniego turco al transito.
<p>
La questione politico-diplomatica ha riproposto, ancora una volta, la difficoltà e le contraddizioni della sinistra italiana in politica estera e nella difesa, l'avversione di una sua componente determinante nei confronti della Nato e degli accordi e delle responsabilità che essa comporta.
Per sessant'anni le strutture di difesa occidentali ci hanno garantito sicurezza e deterrenza nei confronti del Patto di Varsavia e delle altre minacce esterne (vedi Libia), mentre gran parte di quelli che oggi ci governano parteggiava per il nemico. Oggi si puo anche chiedere di rivederle o riconsiderarle perchè si considerano troppo 'amerikane' a patto che poi si sia pronti a sostenere un piano di investimenti onerosi e duraturi sulle forze armate italiane (non l'uno virgola… del Pil) e non l'irresponsabile e demagogico ritornello pacifista e antimilitarista.
<p>
Fabio Marmiroli
<p>
<p></p>
Subscribe to Ultima Thule | Libertari
Get the latest posts delivered right to your inbox