Ratzinger in Turchia, tra mille incognite e una certezza
<img src=”/images/articoli/joseph.gif” align=left><p>Sicurezza personale e sicurezza internazionale: le cose che Joseph Ratzinger dovrà tenere ben in considerazione nel suo viaggio nel Bosforo.
Per Prodi alla sicurezza personale ci “penseranno le Guardie Svizzere”. Ma l’ironia stavolta è fuori luogo: Benedetto XVI non andrà a passeggio a fare shopping per Istanbul, sarà al contrario una visita pastorale in cui farà sentire la sua voce in un paese, la Turchia, con crescenti tensioni fondamentaliste.
Paese che potrebbe essere la nuova
frontiera di un mandato papale appena iniziato.
Come ai tempi di Solidarnosc, fu la Polonia per Wojtyla.
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</br><p>Il Santo Padre ha confermato attraverso
un comunicato firmato da Padre Lombardi, che il suo viaggio in Turchia, previsto per la fine di novembre, si farà. Si farà malgrado la situazione internazionale non consenta di affrontarlo con tutta la tranquillità del caso.
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Le dichiarazioni di Ratisbona, pronunciate al solo fine di distinguere l'Islam della pace dal terrorismo che opera in nome di Allah, hanno avuto effetti incredibili (e forse perfino imprevisti) presso le comunità musulmane più violente come (Hezbollah libanese, Hamas palestinese, integralisti iraniani e altri gruppi direttamente affiliati o vicini ad AlQuida), ma non hanno ancora finito
con i propri strascichi polemici.
La vicenda del dirottatore sul volo
Tirana-Istanbul della Turkish Airlines, rivelatosi con il passar delle ore non un esagitato terrorista, ma un disertore dell'esercito di Ankara convertitosi al Cristianesimo, ha fatto venire alla luce non solo la fragilità della sicurezza aerea (quest'uomo, poco più che un disperato, era solo e disarmato, ma malgrado
ha tenuto sotto scacco l'equipaggio di un volo transnazionale), ma ci ha anche costretto a
ripensare con la dovuta serietà ai pericoli che non solo in aria è possibile
correre oggigiorno.
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Va riconosciuto che la prontezza con cui i caccia
dell'aeronautica italiana sono intervenuti è stata tale da farci addormentare con sufficiente
serenità. Ma la tranquillità è altra cosa: non solo andando in Paesi considerati
'a rischio', non solo azzardando viaggi 'esotici' densi di insidie, ma anche la
semplice vita nelle nostre città, tra impegni familiari e di lavoro, è vissuta
sotto lo stress e la preoccupazione che l'intero mondo occidentale potrà presto subire un nuovo attacco
da parte degli integralisti islamici.
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In questo quadro, complicato anche dal
fatto che la sua persona è considerata su scala globale un baluardo di valori e tradizioni
cui gli integralisti guardano con un odio dichiarato, e ancor più dal fatto che
la sua carica rappresenta per fondamentalisti religiosi quanto di peggio possa
esservi tra gli attuali nemici dell'Islam (come lo intenderebbero loro, ben
intesoââ¬Â¦) il viaggio pastorale di Benedetto XVI in Turchia, Paese sì moderato, ma comunque
iscritto tra quelli di tipo musulmano, è certo occuperà da oggi fino al ritorno
del Santo Padre nelle stanze vaticane, buona parte delle cronache.
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Insidie e pericoli aspettano Papa Ratzinger sulle sponde del Bosforo: non solo la precarietà degli
equilibri internazionali (con l'Iran post-Komeinista che non intende arretrare
di un millimetro nel programma di sviluppo della bomba atomica, con la Corea
comunista che ha annunciato altri esperimenti con nucleari, gli
Stati Uniti che non possono azzardarsi in nuove minacce, l'Onu sempre più
impotente), ma le stesse difficoltà interne ai confini rappresenteranno
altrettanti interrogativi.
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La Turchia è un Paese, dicevamo, musulmano
moderato, il che significa, che, pur esistendo libertà religiosa, non sia un
Paese 'laico' (basti guardare la sua bandiera nazionale con la mezzaluna bianca in campo
rosso). ÃË un Paese
democratico, ma in cui vige ancora la pena di morte per oppositori politici
(pur non applicata da tempo) e dove il sistema processuale penale meriterebbe una riforma decisamente
garantista.
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La Turchia è membro della Nato, l'organizzazione di difesa
atlantica, e, come tale, è fitta anche la presenza di basi militari americane, ma
alla vigilia dell'attacco al regime dittatoriale di Saddam Hussein il governo di
Ankara, supportato da un ampio voto contrario del Parlamento, ha detto forse il
più sonoro 'no' alla Coalizione, impedendo di fatto alle truppe di terra di attraversare
i propri confini sud per puntare direttamente in Iraq, creando non pochi
problemi in una strategia bellica che puntava anche sulla collaborazione del
Primo Ministro Erdogan che poi non vi è stata.
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Sicurezza personale e sicurezza internazionale sono quindi le due voci che Joseph Ratzinger dovrà tenere ben in
considerazione da qui alla fine del mese prossimo. La leggerezza con cui Prodi,
da Pechino, ha risposto ai giornalisti ('ci penseranno le Guardie svizzere',
traduzione di un assai poco diplomatico 'me ne infischio'), non ha forse eguali
tra coloro che, fede religiosa o ammirazione personale a parte, sanno quanto di pericoloso
sarà corso dall'intero mondo occidentale in quei giorni. Non si tratta di far
seguire al terrorismo armato dei gruppi fondamentalisti islamici un forse
peggiore terrorismo psicologico dettato dalla nostra paura, bensì di un’attenta
analisi dei dati che abbiamo a disposizione.
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ÃË peraltro prevedibile
che Benedetto XVI non andrà a passeggio a fare shopping per Istanbul: sarà al contrario una visita pastorale in cui farà sentire la sua voce alta
e chiara, ricca di concetti e riferimenti al Vangelo quanto ai diritti umani.
A quasi trent'anni dal
viaggio (anch'esso
considerato altamente a rischio, benchè fosse a 'casa sua') che il suo
predecessore fece in Polonia contribuendo alla caduta del Comunismo, un altro
Papa si trova in tempo di allarme terroristico islamico ad avere in agenda la
visita ad un paese certo non secondario del mondo musulmano, paese di frontiera
tra est e ovest, paese al confine tra un oriente inquieto sotto la bandiera di
Allah e un occidente saldamento radicato nella tutela dei diritti e delle
libertà civili democratiche, paese, la Turchia, che potrebbe essere la nuova
frontiera di un mandato papale appena iniziato, ma già così ricco di sorprese.
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Tra mille
incognite, è forse questa l'unica certezza: Benedetto XVI, per i non credenti solo
Joseph Ratzinger, è sicuramente un uomo protagonista, una figura centrale di questo tempo.
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Andrea Bonacchi</p>
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