Big Fish, una fiaba surreale. Come la vita.
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VOTO: 8
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Dalla fantasia di Tim Burton, un film straordinario, un viaggio surreale e commovente in un mondo fantastico.
E’ la storia di un uomo che vuole dimostrare come il racconto sia un mezzo capace di insegnare a vivere una vita fino in fondo.
Un tuffo nell’ottimismo e nella capacità di cambiare la vita attraverso la fiaba e l’amore.
Con una morale che suona come una sveglia per tutti: “un pesce tenuto in una vasca piccola, rimane piccolo; ma se tenuto in uno spazio più grande esso è in grado di raddoppiare, triplicare o addirittura quadruplicare le proprie dimensioni.”<p>“Big fish in small pond”, pesce grande in uno stagno piccolo: Edward Bloom ha dovuto lasciare la sua cittadina e ha scelto di fare il viaggiatore di commercio per soddisfare la sua sete di curiosità ed avventura.
Suo figlio William non l'ha mai perdonato. Nemmeno adesso che è un giovane professionista e lavora a Parigi dove ha una bellissima moglie francese che aspetta un bambino.
Da quando al suo matrimonio suo padre colse l’occasione per raccontare a tutti gli invitati l’ennesima storia di una vita fantastica, suo figlio se ne ando per sempre, indignato da un uomo che non aveva fatto altro che raccontargli storie fantastiche fin da bambino, riempiedogli la testa di avventure che avevano come protagonisti giganti, streghe, licantropi, gemelle siamesi, paesi surreali, poeti strampalati e pesci giganti.
A quelle storie, sentite raccontare centinaia di volte, William non crede più e, adesso che Edward sta morendo, il figlio vuole capire quanta verità e quanta immaginazione contenessero i racconti del padre, per capire davvero chi fosse Edward Bloom: “Papà io non ho idea di chi tu sia.” “Cosa vuoi Will? Chi vuoi che io sia?” “Te stesso! Fammi vedere chi sei una volta tanto.”
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Ma sarebbe stato impossibile capire quell’anziano uomo e la sua esistenza fatta di lunghe assenze e di ritorni, separando la realtà dalla fantasia, l’uomo dal mito.
Molti dei personaggi di quelle avventure erano esistiti davvero, e quelle stesse avventure, forse, erano esistite davvero, benchè i fatti reali fossero stati decisamente meno straordinari dei loro resoconti: “In genere chi racconta una storia la racconta senza fronzoli, il che è meno complicato ma è anche meno interessante!” dice Edward nei giorni prima di morire.
Ogni piccolo episodio puo essere magico se vissuto come tale.
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William capirà finalmente che tutte quelle storie, entrategli in testa fin da bambino, non solo raccontavano davvero suo padre, ma erano vere e proprie lezioni di vita: “non hai mai pensato che non sei tu ad essere troppo grande ma è questa città ad essere troppo piccola?” diceva Edward in un suo racconto rivolto ad un gigante.
L’ultima storia della sua vita, quella della sua scomparsa, la racconterà suo figlio, tra le lacrime miste a dolore e alla felicità di aver finalmente compreso suo padre.
La vita reale non è mai banale, anche se volte puo sembrarlo. Basta imparare a scorgere la fiaba che vive dentro di essa.
Uscire dalla vaschetta che ci impedisce di crescere, e diventare così un “Big Fish”, un pesce grande e impossibile da catturare.
Basta appena un po di coraggio. Ed una indispensabile dose di fantasia.
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