Entropia: la fisica applicata alla storia

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<p>“Cos’è la vita dell’uomo senza il conflitto? Riuscite a immaginare una vita senza lo scontro degli opposti? Riuscite a pensare cosa sarebbe vivere senza odiare e amare, senza il giorno e la notte? Quale stimolo ci sarebbe, in un mondo senza scontri, per la civiltà?
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Una banale legge fisica, una di quelle che rientrano nella cosiddetta “teoria del caos” enuncia, più o meno, che maggiore è l’entropia del sistema, minore sarà l’energia in esso contenuto.
Mi spiego meglio: poniamo di avere un sistema ordinato (con bassa entropia) come ad esempio un bicchiere di vetro appoggiato su un tavolo. L’energia di questo sistema è molto elevata: il bicchiere puo cadere a terra (energia potenziale) e andare in frantumi, con diminuzione di quell’energia che teneva unite le molecole che costituiscono il bicchiere.
Nulla di cui stupirsi, ogni sisitema fisico tende sempre al minor valore possibile di energia, e quindi ad aumentare l’entropia, ovvero tende a essere sempre il più “disordinato” possibile.
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Fateci caso: per ordinare la vostra casa serve che facciate del “lavoro”, ovvero che usiate dell’energia, che si andrà ad accumulare negli oggetti di casa (energia potenziale dei libri sulle mensole ad esempio), se poi lasciate cosa all’abbandono, ovvero non vi impegnate più per mettere le cose in ordine, questa tenderà automaticamente a un sistema caotico, ovvero a valori di energia sempre più bassa. Questo è un banale esempio di come le leggi della fisica, se prese un po’ alla leggera, siano applicabili anche a tutti gli eventi quotidiani.
Cerchiamo ora di interpretare con questa legge l’evolversi della storia dell’uomo.
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Prendiamo in esame l’Europa di inizio XX secolo: Stati Nazionali forti e in alcuni casi autarchici e nazionalisti, forti distinzioni di classe, quasi nessuna multietnicità, e forti economie nazionali, con dazi doganali molto alti. In una sola frase: un sistema estremamente ordinato e quindi molto “energetico”. Cosa poteva succedere in una situazione del genere? Bhe.. la storia ce lo dice: sommosse popolari, nascita di partiti di massa, rivolte e.. le due guerre mondiali.
Sotto l’ottica della fisica queste conseguenze erano inevitabili: il “sistema Europa” a causa della sua elevata energia, derivata dal suo sistema “ordinato” tendeva naturalmente a diminuire la sua energia, e quindi a una situazione sempre più entropica, che tramite gli eventi che ben conosciamo si è concretizzata. Oggi l’Europa ha un assetto molto più entropico: una comunità economica con leggi di mercato comuni, niente barriere doganali e tanti Stati multietnici. Come conseguenza “l’energia” europea è diminuita e oggi non riusciamo neppure a immaginare la possibilità di guerre sul continente europeo, o di attriti tali da portare gli stati in qualche forma di conflitto che non sia risolvibile intorno a un tavolo.
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La comunità mondiale oggi sembra aver preso una piega sempre più “entropica”: popolazioni che si fondono, mercati globalizzati, immigrazione, rapido scambio di persone, merci e informazioni. Secondo la teoria entropica questo sistema dovrebbe portare a una sempre maggiore diminuzione “dell’energia”, e quindi a una sempre minore possibilità di contrasti, conflitti e guerre. Ma questa è solo una delle facce della medaglia.
Paradossalmente infatti, quando l’entropia tende a infinito anche l’ordine tende a infinito: immaginate di avere degli acquerelli, ognuno nel proprio contenitore, ovvero un sistema ordinato. Adesso mescolate gli acquerelli; inizialmente ci sarà un aumento di entropia, con i colori che si mescolano, ma poi, quando l’entropia tenderà a infinito, ovvero quando i colori saranno completamente mescolati, il risultato sarà un unico colore, e quindi un sistema estremamente ordinato…
Applicando questo fenomeno all’umanità cosa dobbiamo immaginare? In un mondo con “entropia pari a infinito”, ovvero con un unico grande mercato, un unico grande governo, e un’unico grande ceppo etnico, come sarà il potenziale energetico? Tenderà a infinito o a zero? La fisica non ci sa rispondere, e comunque la risposta non avrebbe importanza. Immaginiamo entrambi gli scenari.
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In una umanità con energia pari a infinito si scatenerebbero continue guerre, continui contrasti su scala mondiale: uno scenario apocalittico di distruzione e morte.
Con energia pari a zero si avrebbe la situazione opposta: nessun conflitto, nessuna guerra, e dunque nessuna attività. Cos’è infatti la vita dell’uomo senza il conflitto? Riuscite a immaginare una vita senza lo scontro degli opposti? Riuscite a pensare cosa sarebbe vivere senza odiare e amare, senza il giorno e la notte? Quale stimolo ci sarebbe, in un mondo senza scontri, per la civiltà? Senza la necessità di sopravvivere, senza la ricerca di una condizione migliore, avrebbe senso e sarebbe possibile l’esistenza della civilta?

<p> Sebastiano Pezzimenti</p>