Rassegnatevi: l'Italia non cambierà mai
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Jimmy Landi
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Il referendum confermativo della riforma costituzionale approvata dal Parlamento durante il governo Berlusconi ha visto prevalere il 'No' con una percentuale altissima: circa il 60%. Le uniche regioni in cui ha vinto il 'Sì' sono state la Lombardia e il Veneto. Insomma, i motori produttivi d’ Italia. Nulla da dire.
<p>Feltri su Libero ha ribadito l’ovvietà della vittoria del 'No': il centro in mano alla sinistra ha votato seguendo il partito, il sud e le isole hanno votato con il 'portafoglio', ovvero con la paura di perdere i privilegi dell’assistenzialismo romano.
Rimane il Piemonte rosso della Bresso, il Friuli di Illy e la Liguria di Burlando. Ancora profondo rosso! Le regioni a statuto speciale hanno votato No, sia per spirito settario, sia perchè con la riforma avrebbero perso qualche potere.
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L’Italia non cambia. E, ieri sera, vedere un raggiante Scalfaro imperversare su ogni programma di approfondimento sul referendum è stato un colpo al cuore.
Ha vinto la gerontocrazia, gli italiani hanno seguito chi si batte per l’ingessatura e la santificazione della Costituzione. Loro, i Ciampi e gli Scalfaro, li capiamo. L’hanno fatta, certo che la difendono. Fa piuttosto pensare il fatto che, come sempre, in Italia nessuno viene messo da parte dalla politica. Solo il Padreterno, da noi, ha questa facoltà. Nella Casa delle Libertà non tutti sono amareggiati. Gli esponenti del 'partito del Corriere', cioè i Follini e i Tabacci, molti altri dell’ Udc, tanti in AN, hanno sempre remato contro la devolution. A battersi rimangono una Lega sempre più in crisi e l’ala nordista di Forza Italia, Berlusconi in testa.
La Lega rispolvererà la secessione e l’esperienza delle elezioni e del Parlamento Padano? Sinceramente spero di Sì.
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Come da tempo sostiene Alberto Mingardi dell’Istituto Bruno Leoni, la Lega deve ridare voce ai ceti produttivi del Nord che chiedono uno Stato meno oppressivo, meno tasse e meno regole, e di essere padroni a casa propria. Dieci anni fa davo io stesso del pazzo a Bossi.
Da persona senza paraocchi quale sono, non ho nessuna difficoltà a riconoscere che il Senatùr aveva ragione. Dieci anni fa era già 'avanti'.
Sono arrivato a questa conclusione perchè, anche questa volta, hanno prevalso gli egoisti. Avete capito bene. Perchè mezza Italia è oggettivamente egoista. E non è certo il Nord.
Tutti accusano i produttori del nord (e per produttori intendo chi produce ricchezza, a differenza del 'consumatore' di ricchezza, lo Stato, le due categorie con cui Nock suddivideva la società) di essere egoisti, di non voler pagare per la 'solidarietà' al sud. Ma con quale coraggio si fa quest’accusa?
Il nord è 50 anni che paga e stà zitto. Il sud è 50 anni, e anche più per la verità, che riceve, riceve e continua imperterrito a chiedere e pretendere. Allora è più egoista chi ha dato molto e ora pretende di tenere qualcosa per se stesso o chi continuamente pretende di ricevere da altri, come un pozzo senza fondo? No, non serve rispondere.
Ma da oggi ci sentiamo sempre più rassegnati a tenerci questa Italia.
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