I maestri quotidiani della propaganda
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<p>“Se gli insegnanti badassero meno alla propaganda delle loro personalissime idee dai “pulpiti” delle cattedre, investendo più energie sul fronte del dialogo responsabile con gli allievi, le coscienze civiche dei ragazzi risulterebbero senza dubbio arricchite da questo scambio di umanità e di conoscenze.
I ragazzini di sinistra e di destra, manipolabili ed ingenui, quando si scontrano senza il minimo rispetto reciproco fanno il gioco di questi celebranti della frustrazione e della piccineria.”<p>La recente proposta del centrodestra francese di bandire dalle scuole qualsiasi simbolo politico, progetto discusso e quantomeno controverso, ci dà comunque lo spunto per condurre una riflessione sullo stato delle scuole italiane, deperite nella loro funzione di luoghi primari d’educazione e formazione, anche a causa dell’incessante tramestìo “politico” compiuto dai professori (ahinoi) e dagli studenti.
Se gli insegnanti badassero meno alla propaganda delle loro personalissime idee dai “pulpiti” delle cattedre, investendo più energie sul fronte del dialogo responsabile con gli allievi, le coscienze civiche dei ragazzi risulterebbero senza dubbio arricchite da questo scambio di umanità e di conoscenze. Quindi gli studenti potranno confrontarsi liberamente in classe, esprimere le proprie posizioni politiche senza remore, ma nel rispetto di chi la pensa in maniera diversa. Spesso tutto questo non si verifica perchè i professori (tranne alcune eccezioni) si accontentano di arrivare alla fine del mese, oppure vedono nella loro responsabilità all’educazione una fonte di privilegi, da cui appunto deriverebbe la possibilità di esporsi politicamente e di condizionare le idee degli studenti, specie di quelli più fragili.
Dalla parte dei giovani pero sembrano non mancare estremismi e mode (che si consumano percio velocemente), le quali contribuiscono ad invelenire il pacifico clima di convivenza scolastica.
Sono tanti i ragazzi che inseguono nel 2004 il mito risibile di Che Guevara, dall’altra resiste un folto gruppo di fascistissimi che ancora crede al Duce come ad un Dio in terra..
Questi ingenui estremisti si fanno guidare in modi diversi da quei “cattivi professori” che non auspicano il confronto fruttuoso di idee politiche discordi, ma incoraggiano al contrario la rissa, la sopraffazione dell’avversario, il caos, secondo un copione sessantottino. Non a caso gran parte degli insegnanti di ruolo nelle scuole italiane ha partecipato al 68’, oppure ha simpatizzato per questi movimenti di sinistra extraparlamentare.
I ragazzini di sinistra e di destra, manipolabili ed ingenui, quando si scontrano senza il minimo rispetto reciproco fanno il gioco di questi celebranti della frustrazione e della piccineria.
Speriamo che la classe dirigente del paese sia in grado di proiettare l’Italia verso una nuova frontiera di partecipazione politica e civile non urlata e autentica.
Partire dalle scuole è importante, perchè nelle scuole c’è il volto che avrà il nostro popolo tra venti o trent’anni. Allora è fondamentale trasformare le scuole (con l’apporto di tutti) da luoghi di passivo apprendimento e di sterile conflittualità politica, a centri del confronto costruttivo e dell’apprendimento attivo e appassionato.
Fino ad ora sono state sprecate tante occasioni, alla classe dirigente di sinistra e di destra il compito di riflettere con dovizia sul rapporto tra scuola e politica.
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Winston
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