/ DOSSIER ESTERI, ARTICOLI, PETROLIO, DEMOCRAZIA, GEORGIA, PUTIN, EUROPA, RIVOLUZIONE ROSE

Il nuovo corso della Georgia

Le elezioni presidenziali anticipate sono state indette fine novembre dopo che Saakashvili si e' messo alla testa di decine di migliaia di persone e, tenendo una rosa in mano, ha forzato le porte del parlamento chiedendo le dimissioni di Shevardnadze.
L'incruenta rivolta popolare, che ha costretto il capo dello Stato a lasciare il potere, e' stata soprannominata per questo ''rivoluzione delle rose''.
"Questa è la vostra vittoria - ha dichiarato dopo la diffusione dei primi dati -, non sono io ad aver vinto le elezioni, ma è il popolo. Ci sono molti problemi da risolvere, pero ricostruiremo insieme il nostro Paese e daremo avvio a un processo democratico".
Scongiurato il rischio astensione: già qualche ora prima della chiusura dei seggi, la Commissione elettorale centrale aveva dichiarato valide le elezioni, dal momento che aveva votato più del 50 per cento degli aventi diritto.
Saakashvili non aveva di fronte concorrenti agguerriti: gli altri cinque candidati erano tre avvocati, un ex governatore di una regione e il capo di un'organizzazione per i disabili.

Circa 450 osservatori internazionali provenienti da 38 paesi hanno controllato le elezioni, dopo i palesi brogli che avevano caratterizzato quelle del Novembre 2003.
Le preoccupazioni della Missione internazionale di osservazione delle elezioni erano principalmente questioni quali la persistente assenza di una chiara separazione tra partito e struttura dello Stato e l'insanabile squilibrio politico.
Non ha perso tempo per mettere al muro i responsabili dell'ex regime il neo presidente della Georgia, Mikhail Saakashvli, detto Misha.
Saakashvli ha dichiarato che chiedera' il congelamento dei beni all'estero dei responsabili dell'ex regime o membri della famiglia dell'ex presidente Eduard Shevardnadze, perche', come dice Saakashvli "dichiarati responsabili di aver sottratto 1,7 miliardi di dollari al nostro paese".

La sua elezione corona una campagna iniziata lo scorso novembre, quando era stato lui a guidare per tre settimane le manifestazioni dell'opposizione contro il presidente Eduard Shevardnadze, uno degli ultimi fantasmi della generazione che guido la fine dell'URSS.
La "rivoluzione delle rose": così Saakashvili aveva chiamato la protesta esplosa subito dopo le elezioni del 2 novembre, e da lui animata, contro un voto, aveva detto, compromesso dai brogli.
"Delle rose" o "di velluto" perchè compiuta senza spargimento di sangue, ma con la forza del popolo e della piazza.

Ma chi è il nuovo presidente della Georgia? Un master conseguito negli Stati Uniti e grandi ambizioni, una moglie olandese, Saakashvili ha studiato prima in Ucraina, poi negli Stati Uniti, alla Columbia University e alla George Washington University, quindi in Francia.
Tornato in Georgia, era stato nominato ministro della giustizia dallo stesso Shevardnadze.
Nel 2001 aveva lasciato il governo, per protesta "contro la corruzione dilagante e l'incapacità del presidente a combatterla".
Nello stesso anno aveva formato il Movimento Nazionale Unito, ora il maggior partito di opposizione della Georgia, che alle elezioni del 2 novembre 2003 aveva ottenuto il 18 per cento dei voti.
In una conferenza stampa tenuta in serata, il giovane avvocato ha ribadito l'impegno, assunto durante la campagna elettorale, di fare della Georgia un Paese integrato all'Europa, di stringere i rapporti con gli Stati Uniti e di combattere la corruzione e la poverta', che affligge la meta' della popolazione.

Riguardo alla spinosa questione del separatismo, Saakashvili ha annunciato l'intenzione di rilanciare i negoziati di pace con l'Abkhazia, la regione separatista che ha ottenuto un'indipendenza de facto dopo il sanguinoso conflitto dei primi anni 90, durante il quale le autorita' di Tbilisi accusarono la Russia di sostenere i separatisti.
Intervistato dai cronisti al momento del voto, l'ex presidente Shevardnadze ha detto che Saakashvili "è giovane, ha molte energie da spendere e un'ottima formazione: se lavorerà, se avrà voglia di lavorare, saprà rimettere tutto a posto. Ma adesso - ha ammonito - non è più tempo di chiacchiere: è tempo di fatti". <br><p>

 <b>D.M.</b>