Individuo, proprietà, stato: il 'socialismo reale' di Prodi & Co.

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<p>Il pensiero neo-comunista dell’attuale governo si esprime in forma nuova, apparentemente accettabile in una democrazia: lo statalismo parassitario.
La concezione è ben nota: l’individuo è un suddito; cio che produce con il proprio lavoro non è sua legittima proprietà, ma reddito a disposizione dello stato.

<p><p>C.Z., leader del Fuan di Firenze, ha ribadito la scorsa sera durante l’incontro di UT con i giovani di FI, il pensiero neo-comunista dell’attuale governo che si esprime in forma nuova, apparentemente accettabile in una democrazia: lo statalismo parassitario.
Prodi e Bertinotti le menti, Visco e Padoa Schioppa gli esecutori, la nuova forma di comunismo ha trovato attuazione nella finanziaria 2007, in questi giorni in parlamento per l’approvazione.
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Sono state create 69 nuove tasse, nuovi balzelli, inasprimenti fiscali al limite dell’esproprio. E proprio questo concetto tipicamente comunista si cerca di attuare in forma legittima, tramite la leva fiscale, tramite il concetto di 'equità sociale'.
La concezione che muove i nuovi comunisti al governo è semplice: l’ individuo è un suddito; cio che produce con il proprio lavoro non è sua legittima proprietà, ma reddito a disposizione dello stato, a disposizione dei costruttivisti al governo che useranno il gettito fiscale per realizzare il proprio modello di società in contrapposizione alla società creata dal libero sviluppo e dalle libere scelte di liberi individui.
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Il guadagno dell’individuo è, secondo loro, un furto, almeno 'dopo una certa soglia', come ebbe a dire il direttore di Liberazione, Sansonetti.
Ci piacerebbe sapere a chi dovrebbe toccare il compito di fissare queste soglie dopo cui il guadagno diventa furto a scapito degli altri.
Uno stato che arriva ad espropriare il 45% di reddito prodotto in un anno di lavoro si posiziona ben al di fuori del legittimo prelievo fiscale. Questo, sia chiaro, indipendentemente dall’ammontare del reddito, sia anche di 1 miliardo di euro.
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<p> Nella società libera, regolata dalle leggi del libero mercato, chi guadagna di più (senza commettere reati, naturalmente) è anche il più altruista. Cioè, riesce così bene a soddisfare i bisogni degli altri individui, da ricavarne molte entrate.
E’ molto più altruista chi ci permette di acquistare moltissimi prodotti alimentari a buon prezzo che non un ministro-vampiro come Padoa Schioppa (e Visco) che, dopo averci derubato di quasi un terzo del nostro reddito (tra tasse dirette ed indirette), ci assicura promesse e 'provvedimenti' per i più deboli, per assicurare 'equità sociale' naturalmente!
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Chi lavora molto, rischia molto e guadagna molto (ma anche chi guadagna ugualmente o meno di lavoratori dipendenti o statali), come artigiani, professioniti, imprenditori, viene additato come sfruttatore ed evasore, quando, in realtà, rappresenta la risorsa dell’ Italia: crea lavoro, crea prospettive future di sviluppo economico ed umano e costituisce una bella pecora da tosare per il fisco!
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L’ultima assurdità in materia economica del governo in carica è stata una frase del ministro Santagata, qualche sera fa ospite di Ferrara ad 'Otto e mezzo'. Da fine economista qual’è (!), ci ha spiegato come sia falsa la teoria economica secondo la quale per competere nel mondo globalizzato sia inutile la deregolamentazione. 'Bisogna competere con le regole!', ha tuonato Santagata.
Probabilmente, secondo il ministro, le regole europee e nazionali non sono una palla al piede per la nostra economia, tutt’altro! Ci servono!
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Un ragionamento che non stupisce, pensando che uno dei mentori economici del governo è Padoa Schioppa, altro 'economista' proveniente dalla burocrazia europea. In un suo recente discorso in Parlamento sulla finanziaria, è riuscito a far imbufalire il mite e ottimo Antonio Martino. Il ministro, infatti, ha sostenuto che questa finanziaria segna un passo fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico dell’ Italia (!). Opportunamente il Professor Martino, nella replica, ha concluso il suo intervento con un meritato 'Si vergogni!' diretto alle assurde tesi economiche di Padoa Schioppa.
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Date queste condizioni in cui ci troviamo, la manifestazione di piazza del 2 dicembre organizzata dall’opposizione, ci sembra una giusta risposta, almeno per ora.
Sperando che la Casa delle libertà sia capace di imparare la lezione e, una volta tornata al governo del paese, attui quella rivoluzione liberale solamente accennata nella scorsa legislatura.
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J. Landi


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