Le scomode verità di Kagan

Robert Kagan, intellettuale del gruppo “new conservative” americano, mette gli europei di fronte alle proprie responsabilità in merito al rifiuto di costruire un efficace “hard power”, ovvero una potenza militare che ne supportasse l’autorevolezza politica, limitandosi all’uso del cosiddetto “soft power”, ovvero la capacità di relazioni politiche e diplomatiche, nonchè di trattati ed accordi commerciali ed economici in generale con le nazioni extra-europee.
Questo è uno dei motivi che hanno generato la situazione di iperpotenza statunitense a livello mondiale e che incide sulla politica estera di ogni stato membro dell’Unione Europea (filo americani e non)…

Illuminante è stata la lettura di questo agile saggio di Robert Kagan, e uno dei più ascoltati consiglieri politici
dell' attuale amminstrazione della Casa Bianca.
Il libro di Kagan "Paradiso e potere, America ed Europa nel nuovo ordine mondiale" ( Mondadori Frecce, 2003 euro 12,00 ), effettua un analisi della concezione della potenza e della forza al di quà e al di là dell' Atlantico.
L'analisi non lascia scampo all' Europa ed effettivamente le tesi che la supportano fanno riflettere.
Il fatto che l' Europa occidentale abbia potuto concentrarsi sulla ripresa dalla seconda guerra mondiale grazie all' ombrello militare americano ci sembra evidente e non sottoponibile a discussioni sostanziali.
L' inefficienza europea in questo campo è avvalorata dall' esempio Kosovo.
Gli stati europei non sono stati in grado di intervenire independentemente
dall' alleanza con gli States ( intervenne la Nato ) per questa crisi balcanica a due passi di distanza dal cuore dell' Europa. Basti pensare che come forza militare il contributo degli stati europei si è limitato al 4 % circa sul totale.
Con questo semplice e attuale esempio Kagan ci fa capire come la forza e l' efficienza militare sia necessaria ad un soggetto che vuole contare politicamente sulla scena mondiale. La debolezza militare europea è messa a nudo.
A questa debolezza contrasta naturalmente il progressivo aumento delle risorse che gli Stati Uniti dedicano alle spese militari, consci del fatto che questo sia necessario per il proprio ruolo mondiale.
Un altro lato messo a nudo è la rinuncia all' influenza sull' ex mondo sovietico dopo il crollo del comunismo russo. L' Europa non ha approfittato di questo per espandere la propria influenza politica, ma si è chiusa in se stessa, rassicurata dalla fine della minaccia rossa proveniente dall' est. Naturalmente a differenza degli Usa.
Possiamo ben capire come quest' ultimo aspetto sia collegato alla prima questione affrontata ( il peso militare ).
Secondo l' autore proprio per questa debolezza sulla scena mondiale, l' Europa ricerca nel multilateralismo dell' Onu il sostituto del potere che non ha.
D' altronde, ci ricorda il testo, anche gli Stati Uniti nei loro primi anni di vita, ricercavano con i potenti paesi imperiali europei ( Gran Bretagna, Francia e Spagna )
un dialogo imperniato sul multilateralismo, che quest' ultimi naturalmente, contando sulla propria potenza, non prendevano in considerazione.
Un altro errore dei paesi europei sarebbe rappresentato dal concepire il proprio sviluppo comune pacifico, una sorta di " unione in pace kantiana ", esportabile nel mondo e soprattutto in quelle aree dove i paesi non rispettano gli stessi valori e patti
di quelli occidentali.
In sostanza Kagan sostiene l' impossibilità di un paese come gli States di " legarsi le mani " in norme ed organismi internazionali per fronteggiare il nuovo pericolo degli stati canaglia che non rispettano nè vogliono essere assoggettati alle regole internazionali e rappresentano un periocolo per l' occidente e soprattutto per gli Usa, come l' 11 settembre ha dimostrato. L'autore riflettere sul ritorno prepotente degli Stati Nazionali sulla scena politica mondiale. Tesi avvalorata dalla rottura del Consiglio di Sicurezza dell' Onu e dell' Unione Europea. Gli Stati Uniti da un lato, con la volontà di " colpire per primi " gli stati canaglia che potrebbero saldarsi al terrorismo internazionale, dall' altro Francia, Russia e Germania con i propri interessi economici ( soprattutto le prime due ) nella zona calda irachena.
Insomma, gli Usa sono decisi ad andare fino in fondo dopo aver subito l' 11 settembre ( ricordiamo che sono morte più persone, il doppio circa, che nell' attacco a Pearl Harbor ) e, attualmente, l' unica potenza che potrebbe fargli da partner e allo stesso tempo da contrappeso e da mitigazione ( come in fondo sta facendo Blair ) , l' Europa, risulta divisa, inefficiente e debole in tutti i canali necessari : militare e politico.
Si deduce che la prima responsabile dell' obbligato unilateralismo americano sia proprio l' Unione Europea.

Robert Kagan è senior associate presso il Carnegie Endowment for International Peace, dove dirige lo U.S. Leadership Project. Dal 1984 al 1988 ha lavorato presso il Dipartimento di Stato americano. Oltre a tenere una rubrica sul Washington Post , è autore di A Twilight Struggle: American Power and Nicaragua 1977-1990 e ha curato, insieme a W. Kristol, Present Dangers : Crisis and Opportunity in American Foreign and Defense Policy. Fa parte dei docenti dell' American Enterprise Institute.

Jimmy Landi
AG Pietrasanta