Nome in codice
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Markus “Misha” Wolf fu l’uomo di fiducia di Mosca e il garante nella Germania comunista sotto le direttive del Cremlino.
Sono gli anni in cui, nella Germania occupata, i comunisti rimettono in funzione undici lager, fra cui Buchenwald.
Il suo capolavoro? La STASI: un apparato che arrivo a contare 600 mila membri, pari a un “controllore-informatore” ogni sette adulti.
<p><p>Markus Wolf, quasi quarant'anni di attività ai vertici del servizio segreto dell'ex Germania comunista, nato il 19 gennaio 1923 a Hechingen in Svevia è morto nella sua casa di Berlino la notte del 9 novembre, per uno strano scherzo della sorte, nel giorno dell’anniversario della caduta del muro.
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Direttore dell'HVA, la scuola di spionaggio e controspionaggio, capo militare della Stasi (il servizio di spionaggio e controspioggio dell'ex Germania Est), ne ricoprì la carica dal 1958 al 1987 nella sede operativa Bunker della Normannstrasse-Berlino Est. Le capacità di Wolf erano riconosciute ed invidiate dalla Cia e dal Mossad. A diciott’anni fu studente-modello nella scuola quadri del Komintern a Kuchnarenkovo, giunse a Norimberga come giornalista per seguire il processo ai capi nazisti, fu l’uomo di fiducia di Mosca e il garante nella Germania comunista sotto le direttive del Cremlino.
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Sono gli anni in cui nella Germania occupata, i comunisti rimettono in funzione undici lager, fra cui Buchenwald e Oranienburg, per farci sparire decine di migliaia di tedeschi da epurare, 200 mila dei quali vengono deportati in Urss. Markus Wolf si fa le ossa in queste attività e a 25 anni mette in opera il più potente apparato di spionaggio, infiltrazione e provocazione del mondo comunista.
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Markus Wolf riuscì a infiltrare la spia Günter Guillaume nella Repubblica Federale Tedesca a fianco di Willy Frahm, alias Willy Brandt, il cancelliere socialdemocratico costretto poi alle dimissioni negli anni '50. Ha “facilitato” organizzazioni terroristiche come la RAF e, probabilmente, le Brigate Rosse; si ritiene che prima del crollo del regime sovietico, abbia creato numerose cellule “dormienti” di agenti pronti a rientrare in azione in Occidente, una specie di Gladio Rossa in funzione fino a pochi anni fa.
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Ma il capolavoro di 'Misha' fu nello spiare, con tenacia instancabile, il “suo” stesso popolo: circa due milioni di dossier sono stati reperiti, relativi ad altrettanti sudditi tedesco-orientali, messi insieme dalla STASI, un apparato che arrivo a contare 600 mila membri, pari a un “controllore-informatore” ogni sette adulti.
Il 2 ottobre 1990, qualche minuto prima della riunificazione tedesca Wolf scompare dalla sua lussuosa abitazione di Berlino Est per apparire in un secondo momento a Mosca nella sede del KGB vendendo la lista degli agenti della STASI.
Ha scritto un saggio critico: 'La Troika'. “Misha” Wolf, l’ultimo ebreo comunista pronto a riciclarsi come neocon.
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“La segretissima investigazioni” di Roma</p>
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