ORTONE E IL MONDO DEI CHI
Arriva sul grande schermo una favola tratta da uno dei quaranta libri per bambini nati dalla penna immaginativa e proficua di Theodor Seuss Geisel, lo scrittore americano meglio conosciuto come Dottor Seuss. Stiamo parlando di" Ortone e il mondo dei Chi" che ha preso vita graficamente grazie alla maestria dei creatori de L' "Era Glaciale" e di molti altri cartoon di successo.
Tutto comincia a causa di un'insolente goccia di pioggia che colpisce una bacca perfettamente rotonda, sospesa su un ramoscello, facendola cadere. La bacca comincia a rotolare e, rotolando rotolando, travolge quel che trova sul suo cammino, compreso un fiore giallo sulla cima di un dirupo. Da questo fiore giallo si alza in volo un piccolissimo granello di polvere che comincia a vagare portato dal vento. Il granello ospita il paese dei Non So Chi, che avvertono degli strani tremori e strani avvenimenti allarmano la popolazione abituata a vivere nella più completa serenità.
Le grida di aiuto dei piccoli Non So Chi, arrivano alle grandi orecchie di Ortone, questo stravagante elefante che vive nella giungla, e che caparbiamente cerca di mettersi in contatto con questa vocina. Quando ci riesce, parla con il Sinda-chi, il sindaco del paese dei Non So Chi, e promette di portare il granello di polvere in un luogo sicuro: sulla cima del Monte Nullo. Ovviamente il percorso verso il monte è pieno di insidie che provengono soprattutto da una prepotente cangura, che pretende di dettar legge nella giungla e che si scaglia contro Ortone col motto: 'se una cosa non la puoi vedere, sentire o toccare allora non esiste'. Ortone ribatte invece, che 'una persona è una persona, non importa quanto sia piccola'.
Ortone e il mondo dei Chi, come ogni favola, puo essere assaporato a vari livelli. Valutando un punto di vista 'tecnico', sicuramente l'animazione è delle migliori; un po' debitrice ai film surrealisti e al fantasiosissimo mondo di Tim Burton, ma impeccabile. Da notare anche la fedeltà con il testo originale del Dottor Seuss, resa tangibile dall'uso della rima da parte del narratore, che ricalca la maniera dell'autore di articolare tutte le sue opere.
Ma passando ai significati, qui ci si puo sbizzarrire.
Ovviamente quello che immediatamente e volutamente salta agli occhi, di grandi e soprattutto dei piccini, è il motto di Ortone: 'una persona è una persona, non importa quanto sia piccola'. Qui il problema riguarda le dimensioni, ma più in generale è un messaggio di tolleranza e di rispetto, che si puo estendere al colore della pelle, alla nazionalità, alla religione o alla lotta contro l'aborto (alcune associazione pro life americane hanno fatto di questo cartoon una vera e propria bandiera).
La morale arriva immediata e senza bisogno di spiegazioni, ma ai più grandi puo risultare un po' banale e scontata. Tuttavia, dietro alla semplicità di una frase elementare, si cela un messaggio più profondo da cercare proprio nel personaggio di Ortone. Il suo merito, oltre a quello palese di portare in salvo i Non So Chi, è anche quello di avere autonomia di pensiero. Innegabile l'attualità del tema, in un mondo in cui le proprie convinzioni contano sempre meno in favore di quelle della collettività, del NOI che sembra farci forti ma ci appiattisce.
Concludo, citando un episodio, orse un po' marginale, ma che mi ha colpito molto. Lo introduco brevemente: il Sinda-chi ha una famiglia molto numerosa, composta da 96 figlie e un figlio: Jojo. La carica di sindaco a Non So Chi si tramanda di padre in figlio e Jojo è quindi destinato a succedere al padre. Tuttavia questa prospettiva non lo alletta affatto e cio lo rende un bambino silenzioso e schivo, soprattutto nei confronti del padre. Ma alla fine, quando si arriva al turning point della narrazione, Jojo si schiera con convinzione dalla parte del padre, rendendo possibile la salvezza dei Non So Chi. Non mi interessa la narrazione di per sè, anche questa in perfetto stile fiabesco, quanto la riscoperta di un legame (quello tra padre e figlio) che era stato a lungo e caparbiamente ignorato e rifiutato. La forza dei legami parentali emerge malgrado i silenzi e le lontananze e si afferma con l'inevitabilità di un qualcosa che sembra scritto dentro ognuno di noi.
Beatrice Pelini
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