Pacifismo a corrente alternata
Quando ho aperto il giornale e ho visto le immagini di una marcia della pace straordinaria a favore dell’intervento in Libano ho provato una cosa sola: schifo.
Schifo è una parola brutta e volgare, di uso comune e non propria di un confronto politico. Ma qui infatti la politica non c’entra nulla. La mia è proprio una mancanza di rispetto…
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Che il pacifismo italiano fosse un pacifismo a corrente alternata, noi di Ultima Thule lo abbiamo sempre pensato e detto.
"Non si risolvono i problemi con le armi", "La guerra non è mai una soluzione".. siamo avvezzi ad un repertorio di slogan che si fa a tratti anche molto violento nei confronti di chi non è sulla stessa linea.
Ad un certo punto pero ci accorgiamo che quando la destra fa le guerre si imbracciano aprioristicamente i "fucili" della pace "senza se e senza ma", quando le guerre le fa la sinistra di se e di ma ne sorgono tanti.
Fino a questo punto nulla di nuovo. Nulla di nuovo per chi ha memoria storica; per chi cioè ricorda che certi movimenti stavano a guardare le invasioni di Budapest o Praga, che non erano più turbate della vittoria degli Ayatollah piuttosto che delle guerre israeliane, per chi ricorda di quando avevano da ridire sempre e comunque anche per gli interventi sotto l'egida dell'ONU.
Tutte le persone contrarie alla guerra in Afghanistan che ora chiedono il ritiro delle truppe italiane, non erano ai tempi dell'invasione sovietica così impazienti di richiedere una risoluzione dell'Onu.
Ma queste cose le avevamo già ricordate ai tempi delle grandi manifestazioni contro l'intervento americano in Iraq e contro la nostra successiva missione di peacekeeping. Ci fu risposto che loro (i pacifisti n.d.r.) non erano i comunisti del '68 che tacevano i carriarmati sovietici. No loro erano il movimento della pace.
Avevano una bandiera che valeva per ogni conflitto. Loro erano contro ogni guerra senza se e senza ma.
Volevano farci credere che fossero facce nuove, nuovi giovani con nuove speranze e non un tentativo di riproporre in salsa moderna vecchi retaggi arrugginiti prossimi alla rottamazione. Reclamavano la loro genuinità e la loro mancanza di peccato originale.
Ecco perchè quando ho aperto il giornale e ho visto le immagini di una marcia della pace straordinaria a favore dell'intervento in Libano ho provato una cosa sola: schifo.
Schifo è una parola brutta e volgare, di uso comune e non propria di un confronto politico. Ma qui infatti la politica non c'entra nulla. La mia è proprio una mancanza di rispetto.
Non posso rispettare l'ipocrisia. Non posso rispettare l'arroganza di coloro che monopolizzano media e piazze con le proprie false verità e con le loro false morali. Non posso rispettare chi subappalta la propria capacità critica per scendere in piazza a comando di bacchetta.
E' una reazione umana e sociale la mia, perchè sull'intervento in Libano in sè poco ho da dire. Per me, da sempre, la guerra puo essere una soluzione: quando si tratta di fermare dei pazzi come Hezbollah non vedo altre soluzioni; per noi una questione di giustizia, per Israele una questione di sopravvivenza.
Già, D'Alema non li vuole disarmare questi terroristi, ma una volta che saremo lì non sarà più possibile chiudere gli occhi di fronte ai lanci di missili e a quel punto anche i nostri soldati spareranno.
Resta da vedere (purtroppo) se addosso ad Israele o addosso agli Hezbollah.
Quello che discuto è chi con forza e veemenza ci ha sempre rinfacciato che la guerra non è MAI una soluzione, che le missioni di pace non possono essere tali con i fucili appresso.
L'Italia stavolta parte armata di tutto punto: caccia, navi e persino carriarmati, una spedizione non di volontari di emergency ma di soldati. Appoggio indiscriminato stavolta e non sappiamo neanche le regole d'ingaggio: un bell'atto di fiducia nella capacità di pace di una missione militare.
L'unica certezza a dire il vero è che non sarà torto un capello agli unici cattivi indiscutibili: i terroristi Hezbollah. I motivi per essere titubanti, specie se si è fatto voto di non accettare la guerra come soluzione ci sarebbero tutti. Come e più di altre volte. Come in ogni guerra del resto, che non si accetta mai a cuor leggero, anche se la si accetta.
E non ci venga raccontata nemmeno la favola che stavolta c'è il sigillo dell'Onu. Abbiamo già visto altre guerre benedette dall'Onu che hanno visto una ferrea opposizione da parte di questi movimenti.
Addirittura membri di questo governo, oggi sostenitori dell'intervento, ieri erano i più oltranzisti.
Ricordo un Castagnetti nel '90 fermo oppositore dell'intervento multinazionale in Iraq (c'erano tutti dall'ex-Urss agli Usa), o Bertinotti pronto a far cadere un governo per avversare la difesa del popolo curdo.
Lungi da me entrare nel merito dell'utilità della missione in questione; tanto ci sarebbe da dire anche sull'Onu.
Lungi da me avversare in qualche modo la libertà di certa gente di mettere in atto queste pantomime pseudo-pacifiste.
Voglio solo rivendicare quanto dicevo ai tempi in cui parlavo di pacifintismo. Voglio solo sottolineare quanto strumentale sia parlare di pace in maniera così utopica come viene fatto da certi movimenti.
La vera pace, cari miei, è un fine, non un mezzo.
C.Z.
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