Putin senza toni ammirati
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La trasformazione della Russia in un paese democratico, è sempre stata considerata un'utopia, nella quale forse il solo Gorbaciov e qualche politico buonista europeo credeva veramente.
Ma Mosca è lontana e le democrazie occidentali preferiscono non interferire sulle decisioni interne di Vlad.
Oggi dopo gli assasinii di stato della Politkovskaja e di Litvinenko, nella lista delle persone da eliminare anche due politici italiani, che con i due avevano collaborato per la Mitrokyn: Paolo Guzzanti e Mario Scaramella.
'No, non sotto un cielo straniero, non al riparo di ali straniere, io ero allora col mio popolo, là, dove, per sventura, il mio popolo era'.
Requiem, Anna Achmatova.
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Siamo stati ingenui, noi occidentali a pensare che la grande bestia russa del Comunismo sovietico fosse sprofondata per sempre negli abissi. Abbiamo abbassato la guardia e fra un ballo ed una canzone napoletana di troppo (il presidente Berlusconi non me ne voglia), abbiamo permesso ad un assassino travestito da agnellino, di infiltrarsi nel Bel Paese e di instaurarci la sua rete di spie, la sua mafia di imprenditori e prostitute.
Del resto si sa, la trasformazione della Russia in un paese democratico, è sempre stata considerata un'utopia, nella quale forse il solo Gorbaciov e qualche politico buonista occidentale dell'epoca credeva veramente.
L'impressione che questo cambiamento non fosse mai completamente avvenuto si era già avuta con le sanguinose repressioni perpetrate contro il popolo ceceno.
Il grande scrittore russo Alexander Solgenitzin descrisse con le seguenti parole, i ceceni che, nella seconda guerra mondiale a causa delle loro presunta collaborazione con i tedeschi, erano stati deportati con brutale violenza da Stalin nel Kazakistan: 'In realtà vi era (nelle zone di deportazione kazache) una nazione che aveva tenuto testa - come nazione intera, non i singoli, non in quanto ribelli - alla psicologia della sottomissione. Erano i ceceni (...) Mai e da nessuna parte vi è stato un ceceno che si è dato da fare per rispettare un regolamento. Davanti alle autorità si presentavano sempre con il loro orgoglio. Persino con aperta aria di sfida (...) E guardate il miracolo, tutti avevano timore di loro. Nessuno osava impedirgli di vivere in questo modo. Ed il potere che domina ormai da trent'anni in questo paese (si intende il potere sovietico) non è mai riuscito a metterli sotto la propria legge' (da Arcipelago Gulag).
Vladimir Putin, la ex spia dagli occhi di ghiaccio, che porta il nome del sanguinario Vlad Tepes, il leggendario conte Dracula, agisce come se non ci fosse nessun legame tra questi crimini e gli eccessi criminali consumati in tutti questi anni dalle 'forze di sicurezza' russe nel Caucaso del Nord, ma è il largo impiego dello strumento della repressione che la dice lunga sulla sua idea di democrazia.
La Cecenia è lontana e le democrazie occidentali preferiscono non interferire sulle decisioni interne di Vlad, che tiene in scacco mezzo continente col ricatto del suo gas. Ma da un po di mesi a questa parte stanno accadendo dei fatti di fronte ai quali non è più possibile stare a guardare: l'assassinio della giornalista Anna Politkovskaja e dell'ex Kgb Aleksandr Litvinenko, entrambi oppositori del regime di Putin, sono le terribili avvisaglie di un'insana tirannide che odora di stalinismo e guerra fredda, una tirannide che sta allungando le sue gigantesche mani sporche di sangue sulla nostra Europa e che annovera anche la sinistra italiana fra i suoi sostenitori.
Nella lista delle persone da eliminare, anche due politici italiani, rei di avere preso parte alla commissione Mitrokyn e di aver collaborato, per la stesura della stessa, con la Politkovskaja e con Litvinenko: il senatore di Forza Italia, On. Paolo Guzzanti , presidente della commissione e Mario Scaramella, collaboratore della stessa.
Quest'ultimo avrebbe consegnato a Litvinenko due mails in cui si elencavano i nomi di alcuni 'nemici della Russia' da far fuori fra i quali figuravano lui stesso, il senatore Guzzanti, Litvinenko, appunto, avvelenato la sera stessa mentre si trovava a Londra con Scaramella ed altri russi dissidenti, fra i quali Boris Berezovsky e l'ex ministro ceceno in esilio Zakaev'.
Il londinese Guardian pubblica la terribile notizia, riportando le due mails ricevute da Scaramella. In una di esse si legge: 'Tutti i funzionari dei servizi segreti russi impegnati all'estero sono certi che PG (Guzzanti) e MS (Scaramella) hanno ancora rapporti stretti con ââ¬Ëil nemico numero uno della Russia "Berezovsky e i suoi compagni d'armi, prima di tutti A. Litvinenko."
Gli stessi funzionari dei servizi segreti russi parlando sempre più spesso della necessità di usare ancora la forza contro PG e MS, date le loro "incessanti attivita anti-russe", così come contro Berezovsky e Litvinenko'. Roba da film di James Bond, direte voi, invece è la cruda e terribile verità.
Dal governo italiano la completa indifferenza Il senatore Guzzanti ha ricevuto solo le tiepide parole di solidarietà del capogruppo in senato dell'Italia dei Valori, che scarica tutta la colpa sul governo Berlusconi, reo di avere coltivato rapporti troppo ravvicinati con il premier russo Putin.
Concludendo, voglio rinnovare la solidarietà mia e di tutta la redazione di Ut al Sen. Guzzanti e al collega Scaramella, augurando loro di potere ancora condurre molte battaglie in difesa della verità e della libertà dell'Occidente e del popolo russo, come auspicato dalla giornalista Politkovskaja nel libro di denuncia che le è costato la vita, 'La Russia di Putin'. Ne pubblichiamo di seguito un brano, molto significativo, a cui lasciamo la conclusione della nostra analisi.
"Questo libro parla di un argomento che non è molto in voga in Occidente: parla di Putin senza toni ammirati.
A scanso di equivoci, spiego subito perchè tale ammirazione (di stampo prettamente occidentale e quanto mai relativa in Russia, dato che è sulla nostra pelle che si sta giocando la partita) faccia qui difetto. Il motivo è semplice: diventato presidente, Putin - figlio del più nefasto tra i servizi segreti del Paese - non ha saputo estirpare il tenente colonnello del KGB che vive in lui, e pertanto insiste nel voler raddrizzare i propri connazionali amanti della libertà. E la soffoca, ogni forma di libertà, come ha sempre fatto nel corso della sua precedente professione.
Questo libro spiega inoltre come noi, che in Russia ci viviamo, non vogliamo che cio accada. Non vogliamo più essere schiavi, anche se è quanto più aggrada all'Europa e all'America di oggi. Nè vogliamo essere granelli di sabbia, polvere sui calzari altolocati - ma pur sempre calzari di tenente colonnello - di Vladimir Putin. Vogliamo essere liberi. Lo pretendiamo. Perchè amiamo la libertà tanto quanto voi.
Questo libro pero non è un'analisi della politica di Putin dal 2000 al 2004. Le analisi politiche le fanno i politologi. Io sono un essere umano tra i tanti, un volto nella folla di Mosca, della Cecenia, di San Pietroburgo o di qualunque altra città della Russia. Ragion per cui il mio è un libro di appunti appassionati a margine della vita come la si vive oggi in Russia. Perchè per il momento non riesco a fare un passo indietro e a sezionare quanto raccolto, come è bene che sia se si vuole analizzare un fenomeno.
Io vivo la vita, e scrivo di cio che vedo'.
Serena Mannelli
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