25 Aprile?
<img src=”http://www.ultimathule.it/images/articoli/25aprile.jpg” align=left width=90 height=133>Alle soglie del 2003 il nostro paese ha ancora bisogno del 25 Aprile?
C’è chi oggi utilizza questa festa per dare contro al governo, chi invece per continuare ad odiare il nemico di allora.
Riuscirà il nostro popolo a mettersi alle spalle le diatribe di un secolo ormai finito o ci continueremo per sempre ad annullare nella dialettica fascio-partigiana? <p>Il 25 Aprile è la festa della liberazione, festa istituita per celebrare la fine della guerra o almeno con questo intento.
Dal dopoguerra in poi si è sempre caratterizzata con la celebrazione della resistenza e dell’antifascismo.
Ne capisco i motivi ispiratori, fortemente propagandistici: stava nascendo la nuova repubblica italiana e bisognava dare slancio e risalto a coloro che per questo avevano combattuto.
Non c’è da scandalizzarsi, la propaganda era propria del fascismo, è propria della democrazia, lo è stata anche della resistenza.<p>
Ma dopo 60 anni che senso ha tale celebrazione?
Se i valori del 25 Aprile sono solo quelli della resistenza allora questa festa puo essere tranquillamente abolita: il fascismo è finito e i partigiani hanno assolto il loro compito.
Se festeggiamo la vittoria (anche se di vittoria non si puo parlare per ovvi motivi storici) di una guerra, non credo abbia più senso continuare visto che la Germania (la sconfitta) siede con noi al tavolo dell’Unione Europea.
Questo giorno serve per ricordare?
Bene, allora tutto ruota intorna al ‘come’ si ricorda. In fondo in un paese dove non si festeggia più la fine della prima guerra mondiale, l’unità nazionale, la fondazione di Roma etc. etc., perchè ritenute ormai sorpassate storicamente, anche la celebrazione di un momento come il 25 Aprile è storicamente estraneo alle nostre generazioni.
Non puo neanche essere un nostalgico ricordo di quei vecchietti che ricordano le loro gesta partigiane, nella lotta contro i ‘cattivi’, perchè questa non è memoria, ma apologia e fa tanto fascismo (dal quale ci insegnano a prendere le distanze..).
Se questo giorno deve continuare ad avere un significato bisogna superare le divisioni del secolo scorso. Ormai stabilire chi ha torto o ragione è un compito della storia e con la fine della guerra e dei suoi protagonisti l’unica cosa che rimane è l’Italia e l’Europa.
Non si puo più continuare a celebrare la vittoria di alcuni italiani su altri italiani, di europei su altri europei.
I valori da trasmettere sono quelli di pace e libertà, ma per tramandare questi insegnamenti bisogna esserne portatori. Non puo arrogarsene il diritto chi continua ad impedire alle ferite ancora aperte di rimarginare.
Le nostre generazioni non possono essere combattenti di Salo, non possono essere partigiani, ne soldati del re. Tutto cio è finito.
Possiamo pero ancora amare questa terra come chi è venuto prima di noi, ma per aiutarci a fare questo, vi prego, smettiamola con la strumentalizzazione di valori comuni, smettiamola con rivendicazioni inattuali e guerre “di religione”.
Siamo tutti italiani, tutti…</p>
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