Articolo 18, gioco pericoloso.

Ci sono dei lavoratori sulla cui pelle parte della sinistra sindacale e politica sta giocando una battaglia pericolosa: il referendum promosso da Bertinotti contro la modifica dell’art.18 dei lavoratori, per di più favorevole all’estensione del suddetto articolo alle imprese con meno di 15 dipendenti, rischia di produrre in caso di vittoria del fronte del Sì gravi ripercussioni sulla nostra economia. <p>Infatti la modifica governativa contenuta nel libro bianco del lavoro, redatto da Marco Biagi, prevede la sostituzione del reintegro obbligatorio del lavoratore licenziato senza giusta causa, con un cospicuo risarcimento in denaro al soggetto interessato. Si tratta di una misura che ha carattere sperimentale ed è rivolta a quelle imprese al di sopra dei 15 dipendenti. Il provvedimento è stato pensato per incoraggiare gli imprenditori ad assumere di più, riducendo i costi che gli imprenditori stessi devono fronteggiare al momento dell’assunzione di un operaio, rendendo il mercato del lavoro meno ingessato, ma tenendo fermo il principio per cui un datore di lavoro non puo licenziare i dipendenti senza lecita motivazione. A questa riforma si è opposta in maniera veemente la Cgil e gran parte della sinistra, accusando il governo di centrodestra di voler ridurre le tutele che garantiscono gli operai nei confronti di quelli che una volta si chiamavano “padroni”. Addirittura da questa opposizione è scaturita una raccolta di firme per la promozione del referendum suddetto. Se veramente dovesse passare il Sì in occasione del quesito referendario previsto per Giugno, l’ingessatura a cui è sottoposto il mercato del lavoro italiano andrebbe a rafforzarsi sensibilmente, producendo a mio avviso ( in questo consiste il gioco pericoloso di parte della sinistra) una spaccatura ancora maggiore all’interno dell’Ulivo tra riformisti e massimalisti. Con una possibile vittoria del Sì, i fassiniani all’interno dei ds si troverebbero sempre più alle prese con un correntone cofferatiano di ispirazione paleo - socialista, forte del successo referendario e aspirante alla conquista della segreteria del maggior partito della sinistra. Speriamo che passi il no, per lo stato della nostra economia e per la speranza, non pienamente soddisfatta, di avere come interlocutore politico uno schieramento, il centro sinistra, chiaramente distante da derive radicali.
<p>

<div align=right>Winston</p>