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Il Turkmenistan tragicomico al tempo di Niyazov

Il Turkmenistan è un grande paese desertico, ricchissimo di gas e di risorse naturali, in posizione strategica e perseguitato non solo dal caldo torrido ma anche da un disgraziato vicinato: condivide i confini con Afghanistan ed Iran. Il suo Presidente, Saparmurat Niyazov è rimasto al potere dal 1990 fino alla sua scomparsa nel dicembre 2006. Prima di diventare il plenipotenziario dittatore del suo paese era il boss del partito comunista locale e solo alla caduta dell'Impero sovietico divento il Presidente dell'intero Turkmenistan per poi autoproclamarsi Presidente a vita.

La sua fama in vita si deve alle sue numerose "stranezze": nel 2004, ad esempio, ordino la costruzione di un palazzo del ghiaccio sulle montagne circostanti la capitale Ashgabat, dove la temperatura raggiunge i 50 gradi (!). L'edificio prevedeva, sulla sua sommità, un enorme acquario contenente pesci tropicali. Il Presidente giustifico, in diretta Tv, la colossale spesa per la realizzazione dell'opera (mai svelata) proclamando solennemente: "I nostri figli impareranno lo sci e lo snowbord".
In quindici anni di governo le ha praticamente ideate e realizzate tutte: ha ribattezzato i mesi dell'anno con i nomi ispirati a lui e a sua madre (Gennaio, ad esempio, è diventato "Turkmenbashi" - il grande riformatore della Patria, fonte di saggezza e beniamino del popolo -). Quella per la mamma doveva essere una vera e propria fissazione dato che diede sostituì il nome del pane con quello della donna. Ma la rivoluzione toponomastica non finisce qui: il Presidente diede negli anni il suo prezioso nome anche a piazze, scuole, città, areoporti, e perfino ad un meteorite!

L'elenco delle follie è ancora lungo: i cani nella capitale sono vietati (perchè non erano bestie di suo gradimento) e anche le autoradio nelle macchine e i videogiochi sono banditi. Ai giovani non è consentito portare barba o capelli lunghi. Nel maggio 2000 revoco tutte le licenze di Internet, tranne quelle del governo. L'anno dopo vieto il balletto e l'opera, perchè non si confacevano alla cultura turkmena. Nel 2004 fece ritirare tutte le patenti di guida, che vennero poi restituite previo superamento di un test per la moralità. Lo stesso anno vieto alle presentatrici televisive di truccarsi.
In un impeto di onnipotenza si mise anche a codificare le età della vita: l'infanzia sarebbe iniziata d'ora in poi allo scoccare dei 13 anni, l'adolescenza a 25, la giovinezza a 37, poi fino ai 49 sarebbe stata la volta dell'ora della maturità. Oltre questa età si sarebbe entrati nell'età del profeta. A seguire: l'età dell'ispirazione, fino ai 73 e poi l'l'età dei saggi dalla barba bianca. Il presidente concesse alla vecchiaia di giungere solo verso gli 85. E dopo? Dopo si passava nel "felice stato" di Ozug Khan, il mitico regnante degli antenati. Peccato che molti turkmeni siano tutt'ora impossibilitati a seguire i dettami presidenziali, considerato che l'età media nel paese non supera i 60 anni per l'uomo e i 65 per la donna.

Per gli studenti in Turkmenistan sono in vigore forti restrizioni e lo studiare all'estero è, dati alla mano, praticamente impossibile. Nelle scuole e nelle università si studia il libro di Nyazov, il "Ruhnama" ("guida spirituale della nazione") 400 pagine di delirio in cui l'eterno Presidente mescolava, con stile epico-grottesco, la storia del suo paese con la sua biografia.
Quando era in vita dichiaro che quel testo avrebbe avuto la medesima importanza della Bibbia e del Corano e che là dentro sarebbero state anche recuperate le tradizioni turkmene perse durante l'era sovietica. Chi lo sa se qualcuno spiegherà un giorno agli alunni turkmeni che proprio durante il regime sovietico il loro ex Presidente era a capo del partito comunista locale e che, se non altro, a quel tempo c'era qualcuno che da Mosca lo teneva a freno.
Col nome del suo libro è stato rinominato Settembre (è in Settembre che ne ultimo la stesura), il Sabato è stato dichiarato "giorno della spiritualità", tutti lo devono passare dedicandosi alla lettura del prezioso volume." Perchè, in qualsiasi pagina, "troverete idee utili per voi, piene di un profondo senso"

Le statue di Niyazov svettano ovunque in Turkmenistan, perfino in mezzo al deserto del Kara Kum. Nella capitale una sua enorme statua placcata d'oro, alta 12 metri, gira a 360° seguendo il moto del sole.
Il tutto finanziato dai proventi dei numerosissimi giacimenti di gas che, sfruttati con maggior raziocinio, grantirebbero benessere diffuso ai poco meno di 5 milioni di turkmeni. La sua effige compare sui pacchetti delle sigarette, sulle bottiglie di liquore e sugli aerei della compagnia di bandiera turkmena.
Addirittura alcuni sostenitori dell'ex Presidente fecero richieste per far dichiarare Niyazov "profeta".

Inutile dire che la situazione per le libertà personali in Turkmenistan è disastrosa: l'opposizione è bandita, il suo leader è in carcere da anni e i movimenti di resistenza sopravvivono soltanto in esilio.
Inoltre, non diminuiscono le incursioni della polizia e del Knb (la struttura locale che ha sostituito il Kgb) durante le attività religiose di vari gruppi: molti fedeli sono soggetti a sanzioni amministrative, leader religiosi che non sono cittadini del Turkmenistan vengono deportati, molti luoghi di culto sono stati rasi al suolo. La stampa, la TV e la radio sono controllate dal governo. I movimenti dei cittadini sono controllati perfino all'interno del paese stesso: per spostarsi occorre un passaporto interno.

Il sistema giudiziario è completamente asservito al potere. I processi spesso sono solo una formalità e non esiste possibilità di difendersi. La polizia si è resa più volte complice di abusi sui prigionieri.
Non esistono organizzazioni legali non-governative. Ai lavoratori non è permesso associarsi in sindacati.
Di recente, dicendo che un gruppo di stranieri, guidati da un suo ex ministro, aveva tentato di assassinarlo, Niyazov si è dichiarato vittima del terrorismo internazionale e si è schierato a fianco degli Stati Uniti, procedendo contemporaneamente a una violenta repressione interna con centinaia di arresti. La sua morte ha preso alla sprovvista un po tutto il paese. La successione di un simile personaggio non si limita ad una questione di equilibri geopolitici in una regione di vitale importanza stategica ma riguarda anche lo spirito e le aspirazioni di un intero popolo, soggiogato per decenni, ma che nelle false speranze del suo folle leader era cresciuto ed aveva imparato a vivere.

D.M.

Fonti:
- Wikipedia
- Panorama
- Amnesty International
- Bbc.co.uk