La Pace strumentalizzata

In questi giorni abbiamo assistito ad un triste spettacolo. Da una parte la strumentalizzazione di un valore universale come quello della pace, dall’altra migliaia di persone che hanno dismesso una coscienza individuale per costituirsi come gregge, dando in prestito la propria testa agli organizzatori. Per chi non avesse ancora capito stiamo parlando della manifestazione per la pace a Roma.<p>Dichiarare di scendere in piazza per la pace, di essere aprioristicamente contro la guerra, è una posizione difficile da portare avanti con coerenza; non condivido ma stimo chi si fa portatore di certi ideali ricchi di buoni propositi. Il problema è che certi valori non s’improvvisano dall’oggi al domani. E sicuramente l’inizio di un percorso di pace non passa attraverso una manifestazione o lo sbandierare stracci multicolore in ogni dove e in ogni quadno della propria giornata.
C’è chi come il Papa denuncia quotidianamente i mali del mondo e ha fatto della non belligeranza uno strumento di lotta (è arrivato a far cadere il comunismo in polonia senza le armi) e ci sono organizzazioni che denunciano quotidianamente la violazione dei diritti civili, invitando per altro all’intervento armato quando non rimane altra soluzione.
Quello che mi domando è: ma quei due milioni di persone chi sono?
Mi potrei anche sbagliare, ma a me sembrano facce ormai note: le stesse 2 milioni di persone che sono scese in piazza contro la globalizzazione, le stesse facce che abbiamo visto fare girotondi, gli stessi disobbedienti che lottano (anche con bastoni e tute imbottite) contro i governi a loro non simpatici e bruciano le bandiere stelle e strisce, gli stessi sindacati che hanno scioperato contro Berlusconi. Filo conduttore delle manifestazioni: assenza di tricolori e tante, troppe bandiere rosse, simbolo dei crimini contro l’umanità di questo secolo. Qualcosa non torna. Com’è che adesso sono diventati tutti pacifisti?

Non ci vengano a dire che lo sono sempre stati. Forse a parole, forse tra di loro nei bar e nei circolini. Ma dov'erano questi due milioni di persone quando la Russia bombardava la Cecenia? E quando la sinistra governava l'Italia bombardando la Serbia? A quei tempi era giusto l'intervento militare per fermare un dittatore assassino? Domande retoriche ovviamente a cui deve rispondere la coscienza di ognuno dei manifestanti. La stessa coscienza che dovrebbe far riflettere ogni persona sul perchè in una manifestazione per la pace si levano solo striscioni contro Bush, o cori contro Berlusconi, quando uno dei principali accusati dovrebbe essere proprio Saddam. Contro il dittatore Iracheno neanche una cartolina.. chiudono gli occhi di fronte allo sterminio del popolo curdo. Chiudono gli occhi di fronte a chi sta giocando la sua partita per armarsi fino ai denti. Omissioni gravi, che pesano e infangheranno per sempre la coscienza di massa (orrenda figura, ma di massa purtroppo si tratta) del movimento e renderanno ai miei occhi non credibili coloro che il 15 febbraio 2003 sono scesi in piazza.
Così come non si è manifestato contro l'Iraq non si è additato neanche il leader Coreano, non si è menzionata la Costa d'Avorio, nessun riferimento a tante altre realtà se non quelle funzionali alla lotta contro gli USA.
Poi voliamo verso la testa del corteo e notiamo tante facce note. Quasi tutti politici e ben inquadrati per di più. C'è quello che ha bombardato Milosevic, quelli che votarono favorevoli al primo attacco in Iraq nel 91, mi sembra di riconoscere anche quello che aveva contatti con la telecom serba, coi soldi di chi cioè sterminava un popolo. Una scelta poco coerente. Soprattutto di coloro che li seguono nel corteo.
Ora concordano tutti che l'iraq non si combatte con le armi. Finchè ci sono stati loro la guerra era un metodo valido di lotta; ora che non lo è più ci dicano come andrebbe fermato Saddam. (la diplomazia e l'onu sono in funzione dal 91 e sono risposte troppo generiche.. ci piacerebbe qualcosa di più specifico)

Quali sono i nuovi simboli della pace oltre alla ormai celebre bandiera?
Questo il kit del perfetto pacifista:
Tante bandiere rosse simbolo di un imperialismo (no scusate, internazionalismo) che nella storia non si è mai palesato come privazione dei diritti civili e negazione dello status di esseri umani ai propri sottoposti.
Tante bandiere di Che Guevara, noto pacifista sudamericano, arrivato alle cronache odierne per aver sempre rifiutato l'uso della guerra.
Bandiere di Cuba, terra di libertà, terra di pace che non ha mai prestato il proprio suolo per missili e armamenti non convenzionali; un esempio di pace e democrazia per questo occidente marcio.
Bandiera palestinese e/o Kefiah al collo: simboli di un popolo che ha deciso di lottare coi fiori e i girotondi contro il potere sovrano. Un perfetto esempio di idealisti della pace a cui ognuno dei manifestanti tende a rifarsi. Ma loro missili non ne usano, fanno solo saltare per aria gli autobus civili..
Dulcis in fundo assolutamente e dico assolutamente MAI sventolare un tricolore. Simbolo di una terra, di una pace e di una libertà conquistate anche col sangue, quando la diplomazia non ha potuto fare il suo corso. Simbolo troppo carico di odio. Certi sindaci addirittura lo hanno sostituito con la bandiera della Pace.
Complimenti! Ora il valore della pace è in voi!
(l'ultimo paragrafo per chi ancora non lo avesse capito è ironico)