L'Europa dei vili


<p> La vergogna del collaborazionismo di Vichy, la disfatta di Suez, l'abbandono della NATO del Generale De Gaulle, fino ai picchetti di protesta contro Eurodisney.
La lunga marcia dell'antiamericanismo francese. Un paese che, al pari della Germania, deve la sua libertà agli USA e che agli USA, non ha mai perso occasione per voltare le spalle.
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Pochi sanno che una consistente parte dei pozzi di Saddam sono controllati da una compagnia francese, la Totalfina, e che non sarebbe un buon ritorno economico per i nostri 'cugini' transalpini se il regime iracheno, che con loro mantiene ottimi rapporti economici, cadesse.
Gli accordi economici con l'iraq sono così importanti da far schierare la Francia contro un attacco, che portando alla detronizzazione di Saddam, molto probabilmente farebbe decadere questi accordi attualmente in vigore.
Ma il petrolio non è stato l'unico oggetto di scambio tra Francia e il tiranno di Baghdad. l'Iraq è stato infatti un ottimo acquirente per le armi di fabbricazione francese: basti pensare che negli anni precedenti alla guerra del 1991 la Francia è stata il secondo fornitore di armi dell'Iraq preceduta solo da quella che allora era l'URSS. Tra i materiali che l'Iraq acquisto dalla Francia ci furono sistemi contraerei, caccia Mirage e missili antinave Exocet. Risulta quindi evidente come l'attuale atteggiamento francese sia dovuto alla pura convenienza economica e la cosa che lascia più sconcertati è il fatto che la Francia non abbia esitato a prendere accordi con un regime sanguinario come quello di Saddam pur di assicurarsi delle forniture petrolifere e soprattutto continui a difendere indirettamente tale regime.

Grossi interessi economici per Chirac dunque e la volontà di mantenere le promesse pre-campagna elettorale per il cancelliere tedesco. Chi si dimentica la sua vittoria sul filo di lana, a Settembre? Quei voti in più vennero da chi vide nel proprio primo ministro, e nelle sue dichiarazioni pacifiste, l'ultimo baluardo contro l'America, quell'America tanto odiata, da quelle parti.
La stessa America che, cinquant'anni prima, li libero da Hitler e dal Nazismo. Ma a questo chi interessa più.
A differenza della Francia l'attuale atteggiamento tedesco non è dettato tanto da interessi economici nell'area irachena, quanto piuttosto dal profondo antiamericanismo che caratterizza l'attuale classe dirigente teutonica.
Un esempio per tutti è il ministro degli esteri tedesco Fisher che oggi siede nel consiglio di sicurezza dell'ONU ma che una trentina di anni fa stava in piazza a manifestare contro la presenza militare statunitense sul suolo tedesco e a fare le cariche contro la polizia. E queste non sono fantasie perchè ci sono vari filmati di allora nei quali si distingue nitidamente il giovane Fisher alla testa dei cortei dei facinorosi.
Con queste premesse non ci si puo aspettare molto, ma una volta appurato il profondo antiamericanismo che anima l'agire dei governanti di Berlino, viene da chiedersi se anche il popolo tedesco è tanto antiamericano e se si è dimenticato di cio che gli USA hanno fatto per il loro paese.

Non è questa la sede per una lezione di storia ma basti pensare anche solo al Marshall Plan, quel gigantesco sistema di aiuti che nell'immediato dopoguerra impedì al popolo tedesco di morire di fame e successivamente permise la ricostruzione della Germania che da un cumulo di macerie fumanti divenne la prima potenza economica europea. Questo evidentemente in molti lo hanno dimenticato.
Conta il presente. Ma questo presente, di libertà e di democrazia lo dobbiamo alle centinaia di migliaia di soldati americani che sacrificarono la vita per liberare l'Europa.
Per liberare il suo paese, caro presidente Chirac. O forse se lo è dimenticato?
Doveva essere un ragazzo abbastanza grandicello, lei, per ricordarsi quando dalle immense spiagge della Normandia, tenti ragazzi arrivati dall'altra parte dell'oceano sbarcarono per restituire alla sua terra la libertà.
Scommetto che si è dimenticato anche che sempre durante il Secondo Conflitto Mondiale la sua Gloriosa e Orgogliosa Francia fu sopraffatta dalle truppe dei nipotini di quel cancelliere a cui ora stringe la mano, in nome di una alleanza scellerata. Maggio-Giugno 1940 e della 'Grandeur' non v'era rimasto nulla, tantomeno l'orgoglio.
Si dimentica la Vichy di Petain, Presidente? Il suo popolo collaboro coi nazisti, tradì se stesso. Tutti lo sapevano, tutti tacevano davanti a quella vergogna.
Chi ne parlo più dopo la guerra? La Francia aveva vinto, dopo tutto. Chi ne parlo più del fatto che aveva vinto dopo aver stretto la mano ai nazisti?
De Gaulle, quello stesso De Gaulle che lei scimmiotta tanto, Presidente Chrirac, non vi partecipo a quella vergogna, è vero, lanciava appelli alla radio per la resistenza. Pochi lo ascoltarono, allora.
Tutti pero lo portarono in trionfo, come colui che ridestava la gloria della Patria, quando nel '66 porto fuori la Francia dalla NATO e riprese il programma nucleare.

Dieci anni prima un evento di straordinaria importanza traccio un solco definitivo nei rapporti franco-americani: la disfatta di Suez. La vittoria insperata di Nasser fece cadere nel ridicolo in contingente anglo-francese che voleva lottare fino all'ultimo contro la nazionalizzazione del canale, per di mantenere gli interessi economici su quella zona. Una vera e propria politica retaggio del colonialismo.
A mano a mano che l'influenza francese nel mediterraneo, e in particolare a Suez, diminuiva, subentrava quella americana di Eisenhower. I francesi non la digerirono mai.
L'ultima palese dimostrazione dell'antiamericanismo francese risale ai nostri giorni, quando l'annuncio dell'apertura del parco di Eurodisney alle porte di Parigi desto scandalo e risentimento in tutto il paese. Quanti picchetti di protesta, anche allora, quante parole sprecate e soprattutto quanto odio.
Alla fine il parco si fece perchè i soldi, dopo tutto, vengono sempre avanti. Anche all'odio. I francesi si tapparono il naso, e ora hanno un enorme ritorno economico.

L'Europa che vogliamo non è non sarà mai questa. Non è l'europa di Schroeder nè quella di Chirac.
Crediamo invece ad un Europa che sia solidale con chi più volte le ha salvato la libertà.
Solidale non significa dire sempre di sì. Solidale significa sapersi prendere le proprie responsabilità, senza viltà e senza rancori preconcetti.
Significa riconoscere il nemico comune in colui che minaccia la nostra civiltà, che è la stessa degli Stati Uniti, e combattere quel nemico, perchè non si ripetano più tragedie come quella dell'11 settembre.
Pacificare il mondo e liberarlo da ogni minaccia, prima che quella stessa minaccia si concretizzi contro di noi dovrà essere l'imperativo degli anni a venire.
Per questo siamo orgogliosi della linea con cui il governo di Berlusconi sta portando avanti questo problema, tenendo alta l'immagine del nostro paese.
Noi europei dovremo essere grati all'amministrazione americana per la sua attuale politica contro il terrorismo perchè ancora una volta sta combattendo una guerra nell'interesse dell'intera civiltà occidentale.
Non dobbiamo infatti dimenticare che anche noi europei siamo sulla lista dei bersagli per eventuali futuri attacchi terroristici e se fino ad oggi fortunatamente non ci sono stati attacchi di rilievo è dovuto solo al fatto che ai terroristi conviene tenersi buona l'Europa che rappresenta una base logistica eccezionale e si dimostra sempre così comprensiva e disponibile ad accogliere i 'fratelli musulmani'. Ma questa calma apparente non durerà in eterno e prima o poi le cellule 'in sonno' si sveglieranno e allora forse desteranno anche i vari Chirac e Schroeder dalla loro acquiescenza, ma sarà troppo tardi.

Bush, disse 'lo dobbiamo ai nostri figli'. Ed è quello che pensiamo anche noi.
All'odio non si tende la mano, l'odio si combatte.
E' l'ora che i vili di tutta Europa si prendano le proprie responsabilità. Perchè un giorno, le prossime generazioni, non debbano scontare sulla propria serenità e sulla propria vita le cause di questa macroscopica irresponsabilità.

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