Lake Placid 1980: miracolo sul ghiaccio
"Undici secondi, vi restano dieci secondi, stanno contando alla rovescia in questo momento... restano cinque secondi di gioco! Credete nei miracoli? Sì!"
Si definisce miracolo un evento non spiegabile ed attribuito ad un intervento soprannaturale o divino, durante il quale le leggi naturali appaiono sospese. Nel linguaggio comune, per estensione, il temine miracolo indica anche un evento che ha dell'incredibile, che desta meraviglia. Proprio quest'ultimo è il significato che meglio si adatta a cio che avvenne il 22 febbraio 1980 a Lake Placid, una cittadina di 2600 anime in mezzo allo stato di New Yorkââ¬Â¦
In quell'anno si disputarono le Olimpiadi Invernali: l'atmosfera era festante, eppure anche incandescente a causa dell'eterna rivalità Usa-Urss e della Guerra Fredda costantemente in primo piano. In particolare enorme attesa si avvertiva per l'esito del torneo di Hockey su Ghiaccio, dove da 4 olimpiadi consecutive lo squadrone sovietico maramaldeggiava portandosi regolarmente a casa la medaglia d'oro.
Gli Stati Uniti parteciparono alla competizione senza godere dei favori del pronostico, essendo stati valutati settimi tra le dodici squadre che si erano qualificate per le Olimpiadi di Lake Placid. La squadra era composta da giocatori universitari e dilettanti; solo pochi, come Neal Broten, avevano firmato un contratto per giocare nella National Hockey League, la principale Lega Professionistica del mondo, ma nessuno vi aveva ancora effettivamente giocato. L'Unione Sovietica, d'altra parte, era la squadra favorita per la vittoria nel torneo. Benchè classificati come dilettanti, i giocatori sovietici giocavano essenzialmente come professionisti, in un campionato ben organizzato e con ottime strutture di allenamento. Erano guidati da giocatori leggendari del mondo dell'hockey, come Boris Mikhailov, un centro che era anche il capitano della squadra, e Vladislav Tretiak, considerato da molti il miglior portiere del mondo, oltre ad altri giocatori di talento, giovani e dinamici, come il difensore Viacheslav Fetisov.
Le tensioni aumentarono, perchè proprio in quel periodo il presidente americano Jimmy Carter stava considerando il boicottaggio delle Olimpiadi estive di Mosca, per protestare contro l'invasione sovietica dell'Afghanistan, che era cominciata un anno prima (boicottaggio che poi avvenne).
Il 9 febbraio, le due squadre si incontrarono per una amichevole preparatoria ai Giochi ormai imminenti. L'Unione Sovietica vinse 10-3. Gli USA, per tutti, non avevano speranze.
L'inizio fu faticoso: bisognava superare il primo turno arrivando tra i primi due nel girone: gli americani si trovarono di fronte subito Svezia e Cecoslovacchia. La prima gara fu un buon pareggio contro la Svezia, mentre quello contro i cechi divenne già un vero e proprio spareggio nel secondo incontro, visto che Norvegia, Romania e Germania Ovest erano poco più che comparse. Gli americani sotterrarono la Cecoslovacchia con un 7-3 memorabile, guadagnandosi di fatto l'accesso al girone finale anche se, va detto, rischiarono di uscire nell'ultima partita contro i tedeschi (0-2 alla fine del primo dei tre tempi previsti). Comunque terminarono al secondo posto dietro alla Svezia per la differenza reti. Nell'altro girone, i sovietici spazzarono via gli avversari, sconfiggendo tra gli altri, Giappone (16-0), Paesi Bassi (17-4), e Polonia (8-1), qualificandosi al turno successivo insieme ai finlandesi.
Le due squadre si prepararono per il girone delle medaglie in modi differenti. L'allenatore dei sovietici, Viktor Tikhonov, fece riposare molti dei suoi giocatori migliori, preferendo lasciarli studiare più che pattinare. L'allenatore statunitense Herb Brooks invece, continuo con il suo stile di dure sessioni sui pattini, redarguendo i suoi giocatori per ogni debolezza percepita. Il giorno prima dell'incontro, l'editorialista Dave Anderson scrisse sul New York Times: "A meno che il ghiaccio non si sciolga, o a meno che la squadra americana non compia un miracolo, ci si attende che i russi vincano la medaglia d'oro per la sesta volta negli ultimi sette tornei".
Il pubblico di casa, incoraggiato dall'improbabile corsa della squadra durante il girone eliminatorio, e dalla mentalità da "regolamento di conti" tipica della Guerra Fredda, fu colma di fervore patriottico durante tutto l'incontro, sventolando bandiere americane e cantando canzoni patriottiche tipo "God Bless America". Gli Americani, comunque, andarono subito in svantaggio, come in molte delle loro partite preliminari. Vladimir Krutov devio un tiro di Aleksei Kasatonov oltre il portiere statunitense Jim Craig portando i sovietici in vantaggio per 1-0, e dopo la marcatura di Buzz Schneider, che diede il pareggio agli USA, i sovietici si portarono nuovamente in vantaggio con un gol di Sergei Makarov.
Sotto per 2 a 1, Craig inizio a migliorare il suo gioco, respingendo molti tiri sovietici prima che gli americani avessero un'altra occasione da gol. Ad un secondo dalla fine del primo tempo, Dave Christian scaglio un tiro disperato verso Tretiak. Il portiere sovietico paro il tiro ma gioco male sul rimbalzo, e Mark Johnson porto nuovamente la situazione in parità.
Nel secondo periodo Tikhonov decise di sostituire Tretiak col portiere di riserva, Vladimir Myshkin, una mossa che sorprese molti giocatori di entrambe le squadre, compreso Fetisov, che in seguito avrebbe indivituato in quella scelta il "punto di svolta della partita". La mossa sembro funzionare all'inizio, e Myshkin paro tutti i tiri della seconda frazione di gioco, mentre Aleksandr Maltsev segno in situazione di superiorità numerica, portando il punteggio sul 3-2 per l'URSS.
Nel terzo tempo, comunque, Johnson segno di nuovo per gli USA, scagliando un disco vagante alle spalle di Myshkin. La gara divenne una battaglia, leale ma senza esclusione di colpi. A dieci minuti dal termine Mark Pavelich passo al capitano statunitense Mike Eruzione, che fu, per ragioni sconosciute, lasciato smarcato nell'"high slot" (l'area di fronte alla porta, prima della linea blu). Per un attimo il tempo si fermo: Eruzione lancio il disco quasi senza guardare, incredulo di tanta libertà. Il portiere sovietico Myshkin, che non riusciva a vedere cosa accadeva dietro ai suoi difensori, provo in un disperato tentativo a fermare il discoââ¬Â¦... ma fu gol! 4-3 per gli USA. Ormai si trattatava solo di resistereââ¬Â¦
Il portiere USA Craig resse ad un'altra serie di tiri dei sovietici fino alla fine della partita, anche se questi non rimossero il loro portiere per impiegare un attaccante extra. Mentre la squadra americana cercava disperatamente di "liberare l'area" (portare il disco oltre la loro linea blu, cosa che fecero soltanto a sette secondi dalla fine), la folla inizio il conto alla rovescia dei secondi restanti. Il telecronista Al Michaels, che stava commentando l'incontro per la rete televisiva ABC, porto il conteggio in telecronaca, con il famoso finale per il quale la gara sarebbe divenuta famosa: "Undici secondi, vi restano dieci secondi, stanno contando alla rovescia in questo momento... restano cinque secondi di gioco! Credete nei miracoli? Sì!"
Le circostanze della partita USA - URSS furono così emotive e memorabili che molti americani ancora oggi non realizzano che il match contro l'Unione Sovietica non fece vincere la medaglia d'oro agli USA. La partita successiva doveva essere contro la Finlandia. Ancora una volta, l'allenatore Brooks impose ai suoi giocatori un duro allenamento il giorno prima della partita, determinato a togliere dalla testa della squadra l'idea che il nuovo incontro non contasse niente, cosa che molti americani credevano dopo la vittoria sull'URSS. Ed ancora una volta gli USA andarono subito in svantaggio, questa volta 2-1 alla fine del secondo tempo, grazie a delle eccellenti giocate del portiere finlandese. Ma nel terzo tempo gli USA ottenero dei gol da Phil Verchota, Rob McClanahan, e Mark Johnson, ottenendo la vittoria per 4-2. Ancora una volta Michaels pronuncio la famosa frase alla fine dell'incontro: "Questo sogno impossibile diventa realtà!"
Spesso, la partita contro l'Unione Sovietica viene chiamata la "semifinale", e quella contro la Finlandia la "finale", o la "partita dell'oro". Questo non è esatto. Nei Giochi invernali del 1980, ognuna delle quattro squadre qualificate per il girone delle medaglie (USA, URSS, Svezia e Finlandia) avrebbe giocato un incontro con ciascuna delle altre. Per intendersi: le partite USA-Svezia (2-2) e URSS-Finlandia (4-2) del primo turno valevano già come punteggio per il Girone Finale che assegnava le medaglie. Pertanto, dopo la partita con l'URSS e la successiva sfida tra sovietici e svedesi, la classifica recitava così: URSS 4, USA 3, Svezia 2, Finlandia 1, con la gara finale USA-Finlandia ancora da disputarsi. Come ando a finire, già lo sappiamo: 4-2 per la squadra a stelle e strisce, e delirio nazionaleââ¬Â¦.
Il capitano Eruzione accetto la medaglia d'oro per gli Stati Uniti, invitando tutti i compagni di squadra sul podio con lui, causando una lieve infrazione dell'etichetta olimpica. La gara contro i Sovietici rese popolare il coro "U-S-A! U-S-A!", che è stato usato dai sostenitori degli statunitensi in molte competizioni sportive internazionali dal 1980. Molti dei giocatori di quella squadra, tra cui Johnson, Broten, Pavelich, Christian, e Craig, in seguito ebbero un modesto successo nell'NHL. Ken Morrow vinse la Stanley Cup con i New York Islanders. Eruzione, invece, si ritiro dall'hockey professionistico all'età di 25 anni piuttosto che continuare nell'NHL, sentendo che aveva ottenuto tutto cio che poteva desiderare dallo sport con la vittoria olimpica.
Nonostante la sconfitta, l'hockey su ghiaccio sovietico venne ancora apprezzato per il gioco e il talento superiori, e i giocatori sovietici iniziarono a comparire nell'NHL con più regolarità - anche se molti inizialmente dovettero abbandonare il loro paese per poter fare cio, a causa della Guerra Fredda.
Claudio Galardini
Fonte: wikipedia
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