Libertà d'informazione? No grazie!
“Quanto ci sarebbe da dire sulla libertà di informazione!
Innanzitutto una cosa è lampante: l’attuale opposizione non ha proprio le carte in regola per difendere dall’alto di un pulpito questo prezioso bene democratico!
Basta avere un po’ di memoria per rinverdire i “fasti spartitori” celebrati dall’Ulivo in casa Rai all’indomani della vittoria elettorale 1996!
Oggi tra centrosinistra, girotondi, movimenti, sindacati dei giornalisti, se questa è la libertà di informazione che ci volete propinare, noi rispondiamo: no, grazie! “<p>Scioperi su scioperi in Italia con al governo il centrodestra di Berlusconi e Fini.
L’ultimo atto di questa grottesca farsa si è consumato pochi giorni fa, quando la stragrande maggioranza dei giornali italiani non è uscita in edicola. C’era infatti da levare gli scudi contro il “tiranno” Berlusconi proprietario dell’intero sistema televisivo (…), c’era da manifestare tutta l’indignazione per la presunta manovra innescata dal governo con l’esplicito obiettivo di conquistare il Corriere della Sera (???).
L’ex direttore del quotidiano di via Solferino Ferruccio De Bortoli ha detto: “Mi dimetto per motivi personali, la politica non c’entra”. I sinistri piazzaioli tanto estimatori (a parole) della professionalità di De Bortoli, hanno insistito senza se e senza ma nel muovere accuse al presidente del consiglio, imputandolo di avere insidiato con ogni mezzo l’imparzialità del Corriere. Ma questo è stato solo l’inizio.
Le altre ragioni addotte dalla Fnsi allo sciopero dei giornalisti hanno ricalcato lo spartito di sempre: monopolio mass - mediatico-detenuto-da-Silvio-Berlusconi a discapito degli altri soggetti televisivi e della libertà di informazione.
Guarda caso il centrosinistra si è unito al coro, dispensando arcinote condanne moralistiche al Presidente del Consiglio e ai membri della maggioranza che lo sostiene.
Quanto ci sarebbe da dire sulla libertà di informazione!
Innanzitutto una cosa è lampante: l’attuale opposizione non ha proprio le carte in regola per difendere dall’alto di un pulpito questo prezioso bene democratico!
Basta avere un po’ di memoria per rinverdire i “fasti” spartitori celebrati dall’Ulivo in casa Rai all’indomani della vittoria elettorale 1996. Se non ricordo male furono tanti i giornalisti non schierati a dover pagare il cambio di maggioranza (Minoli, D’Amato, Del Noce, solo per citarne alcuni).
Allora pero la Fnsi non proclamo nessuno sciopero in nome della democrazia informativa e le penne dei tanti “soloni” che ora si scandalizzano dalle colonne di “Repubblica” o dell’“Unità” per la dittatura berlusconiana, all’epoca terminarono improvvisamente il loro inchiostro… Per non parlare poi dell’inadempienza ulivista nei confronti del problema “ conflitto di interessi”. La proposta di blind trust avanzata dal centrodestra fu votata alla camera anche dal centrosinistra, salvo arenarsi qualche istante dopo al senato per merito dei sinistri, preoccupati di perdere la clava politica “conflitto di interessi”, da “assestare” all’occorrenza sugli avversari.
Ad oggi il centrodestra è stata l’unica coalizione a regolare il problema con cognizione di causa.
Potremmo andare avanti a lungo, ma la storia della propaganda elettorale 2001 fatta sulle reti Rai dall’Ulivo è questione abbastanza recente, i cui strascichi si fanno sentire ancora.
Michele Santoro si è appellato ad un tribunale pur di riavere il suo posto in prima serata. E un giudice ha imposto alla Rai il reintegro del “povero” conduttore, incidendo sui palinsisesti dell’azienda.
Poche settimane fa Piero Fassino, segretario dei Ds, è stato molto generoso nei confronti di un “tiranno” come Berlusconi: lo ha promosso al rango di Ceausescu, facendo riferimento alla situazione mass-mediatica italiana.
Centrosinistra, girotondi, movimenti, sindacati dei giornalisti, se questa è la libertà di informazione che ci volete propinare, noi rispondiamo:”no, grazie!”.
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Winston </p>
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