NO all'indulto!

In questi giorni si parla molto della possibilità di concedere l'indulto ai carcerati italiani. L'indulto, per chi non lo sapesse, è un atto di clemenza generale che condona in tutto o in parte la pena inflitta o la commuta in una pena di specie diversa (si veda l’articolo 174 del codice penale).<p>Il problema delle carceri è serio, ma va ricollocato all'interno di un discorso più ampio che porta alla necessità di riformare tutto il sistema italiano di giustizia.
E' vero che la situazione si fa sempre più difficile: le prigioni sono sempre le stesse e il numero di carcerati aumenta. Tutto cio come potete ben immaginare crea sovraffollamento e condizioni di vita molto precarie. Oltretutto i problemi si riflettono sulle guardie e sulla polizia penitenziaria che è la prima vittima di questo sistema di cose vivendo la realtà carceraria in prima persona.

Per ovviare a questo stato delle cose varie forze politiche hanno dunque fatto avanti la proposta dell'indulto. Svuotare dunque le carceri per umanizzare la situazione? In teoria si, ma in pratica..
Non esistono strutture sufficienti a garantire un reintegro per la maggior parte dei soggetti condannati o l'espulsione di massa per i clandestini; in breve tempo dunque molti tossicodipendenti (15 mila, quasi un terzo dei detenuti) e molti clandestini (17 mila circa)si ritroverebbero ad affollare le strade senza punti di riferimento e abbandonati a se stessi. Quale sarà l'epilogo? Rivederli nelle carceri dopo un brevissimo periodo, così come già in passato è successo.

<div align=center>La Nostra posizione</div> Noi intanto partiamo dall'assunto che chi ha sbagliato debba pagare fino in fondo il suo conto con la società. La certezza della pena è uno dei capisaldi dell'attività politica non solo del nostro circolo, ma di tutto il nostro partito.
Non solo si tratta di avere rispetto dei milioni di cittadini onesti e delle forze dell'ordine che ogni giorno mettono a repentaglio la loro vita per la sicurezza del paese, ma si tratta anche di una questione di buonsenso: rimettere in libertà così tanti carcerati sarebbe un problema di ordine pubblico, per i motivi sopra elencati.
Non riteniamo dunque le scarcerazioni una soluzione del problema e speriamo che il Parlamento desistendo dall'ipotesi dell'indulto trovi altri metodi per arginare il problema.
Questo potrebbe passare attraverso la costruzione di nuove carceri o l'occupazione di alcuni carceri al momento inutilizzati (denuncia effettuata dal Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria).

Per questo Ultima Thule ha iniziato una campagna contro l'indulto che passerà attraverso la raccolta firme in centro a Prato e ad ulteriori chiarificazioni attraverso il sito, per chi ne avesse bisogno.