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Quella strana colpa di voler essere felici

Niel Postman, il celebre sociologo della comunicazione della New York University, ci aveva avvertito per tempo: il nostro destino non sarà quello prospettato da George Orwell in "1984", non cadremo nelle grinfie di qualche feroce dittatura ma finiremo come nel "Mondo Nuovo" di Huxley, sopraffatti dal divertimento. Se Orwell era sicuro che saremmo stati distrutti da cio che odiamo Huxley penso invece che sarebbe stato cio che amiamo a fregarci.
Il saggio di Postman farebbe sicuramente bella mostra di sè nella pila di libri che David Brooks, uno dei più grandi giornalisti politici americani e celebre sociologo "comico", si vanta di possedere nel suo studio: libri su libri talmente "cupi e deprimenti" da fargli venir voglia di andare in cucina e attaccarsi al gas. Mediocrità, malessere e pessimismo: finiremo tutti preda dalle nostre superficialità. O della noia nell'ascoltare tutti questi profeti di sventura?

Dall'Italia agli USA lasciarsi andare sembra essere una colpa dalla quale nascondersi. E' così che Francesco Piccolo nel suo ultimo libro, "L'Italia Spensierata", (Laterza, Euro 9.00) inizia un irresistibile viaggio in tutte le più frivole passioni dello stivale: dal cinepanettone alla multisala, dal panino in Autogrill fino al giro a Mirabilandia.
L'autore scende dal piedistallo degli intellettuali buoni e si mette in coda, non senza una certa soddisfazione, per il giro della morte: "Io mi sono sempre sentito diverso da quelli che guardano Domenica in o Natale a Miami o si infilano negli ingorghi delle vacanze - ci confessa l'autore de L'Italia Spensierata - E' tutta la vita che mi baso su tali certezze. Poi queste certezze hanno cominciato a vacillare..."
Il suo viaggio per lo stivale diventa così un "percorso di sincerità", lo stesso intrapreso, qualche anno prima dall'altra parte dell'oceano, da David Brooks nell'indimenticabile "Happy Days", (Edizioni Lindau, Euro 23.00), infelice traduzione dall'originale "On paradise Drive - How we live now (and always have) in future tense". Nel vagare con penna e taccuino di Piccolo c'è la stessa tensione che mosse Brooks a condurci per mano alla scoperta delle periferie a stelle e strisce. C'è lo stesso desiderio di comprendere che tutto in un grande paese puo essere correlato e che le distanze tra la gente non sono mai così abissali come ci vorrebbero far credere.

"La verità imprescindibile - scriveva Brooks - è che l'universo è diviso tra Bionde e Brune. Non è solo una questione di colore di capelli. E' un tratto cosmico. La Bionda Cosmica fluttua nella vita galleggiando su un raggio di sole, di successo in successo. La Bruna Cosmica è tormentata e riflette, si logora e si irrita, si rivolge all'interiorità e si avvinghia all'opinione che una vita analizzata in tutti i suoi aspetti sia l'unica che merita di essere vissuta, nonostante le prove del contrario. La Bruna Cosmica scrive e legge libri, si preoccupa, condanna e valuta, giudica, discerne e dubita. La Bionda Cosmica fa lo sci d'acqua".
Non è questione di tratti fisici, uno puo nascere Bionda o Mora, ma è questione di anima e sensibilità. Le Bionde cosmiche esistono anche da noi e il volumetto di Francesco Piccolo potrebbe essere il loro libretto rosso, la rivendicazione di una dignità tanto attesa.
Sono le legioni di italiani che guardano il mondo cambiare 'con occhio elastico e condiscendente, quasi mai scandalizzato, ma che non hanno nessuna intenzione di partecipare", ci spiega Piccolo. Italiani conservatori che non affollano i giganteschi Wall-Mart ma più modestamente si eccitano alla visione delle confezioni di biscotti e cioccolata all'Autogrill o non vedono l'ora di correre per il primo parco di divertimenti.

I paladini della Questione Morale grideranno che una simile apologia del conformismo è pari ad una bestemmia. Ma siamo proprio sicuri che essere anticonformisti sia sempre la scelta più saggia? Non di rado il comportamento degli altri è una ricca fonte di buone informazioni: impariamo cosa è meglio per essere felici e, nel dubbio tra 'seghe mentali' e divertimento, seguire la scia 'dei più' contribuisce alla nostra felicità e ci salva dalle sabbie mobili del pessimismo cosmico.
Nei libri dei due giornalisti si ritrova il desiderio di essere accettati anche nel divertimento, a costo di incorrere nella disapprovazione sociale di chi fa dello snobismo la propria crociata e di chi resta solo con i propri pensieri: "Bowling Alone", si dice negli USA riferito a chi, messo dinanzi al dilemma tra divertimento ed elucubrazioni, se ne resta da solo mettendo in crisi la rete sociale.

Il guaio è che, in tutti questi decenni, ci hanno rovinato riempiendoci la testa di pensieri funesti: i paladini della Questione Morale ci hanno ripetuto che chi si diverte, e magari ha anche successo nella vita, ha per forza qualcosa che non va: l'esistenza è troppo dura per lasciare spazio alla spensieratezza. Ci deve essere in queste persone una sorta di grande sbaglio cosmico. Nel modo di vivere americano e nella sua spensierata variante italica è presente la curiosa teoria per cui la sofferenza è direttamente proporzionale all'intelligenza. Finalmente possiamo gridarlo ad alta voce: questa teoria è una stronzata.
Brooks scrive che ci hanno insegnato come "gli americani disneyzzati, che si espandono e fanno shopping, si sono isolati dalla reale bellezza, dalle cose che contano veramente. Sono diventati troppo presi da piaceri piccoli e volgari, dalla competitività senza scopo, da valori di comodo (...) sono ricchi di cibo e vestiti e muoiono di fame di cultura. (...) Ogni sentimento delicato sprofonda sotto inondazioni di mediocrità. (...) E se tutto questo fosse sbagliato?". Tutto questo, in effetti, è proprio sbagliato: chi critica questo modo di vivere presume di vivere in un isola di intelligenza che lotta contro un mare di idiozia, ma quest'isola facciamo proprio fatica a scorgerla. Come facciamo fatica anche a distinguere certi divertimenti avrebbero creato una generazione di zombie-boy e zombie-girl.

Francesco Piccolo ci indica l'unico evento che i lor signori salvano dalla fatwa dell'entertainment: è la Notte Bianca, colta iniziativa dal sapore veltroniano, che dopo l'entusiasmo iniziale, fra trampolieri, mangiafuoco, musei aperti alle tre di notte e gare di poesia in piazza, ha perso il suo entusiasmo lasciando il posto ad una noia mortale ma inconfessabile…
La verità è che non c'è bisogno dei mega-eventi svolti sotto un sapiente regia centrale per trovare la propria felicità che, come scrive Brooks, puo essere impersonata egregiamente da un padre di famiglia americano in procinto di comprare la griglia da barbecue e dai suoi occhi che 'brillano di un ardore visionario assente, come uno di quelli antichi profeti che guardavano verso la terra promessa. Le sue labbra sono aperte e leggermente contratte. (...) L'uomo si avvicina ai barbecue in uno stato di trance che rivela come egli abbia lasciato da parte tutti i dolori e le imperfezioni di questo mondo, e si stia accostando ai cancelli d'entrata di una dimensione superiore. Davanti a lui ci sono, sparpagliati, enormi reattori ricoperti d'acciacio con nomi come Borilmaster P3, Thermidor e Weber Genesis, dato che in America sembra PERFETTAMENTE normale dare a una griglia da barbecue il nome di un libro della Bibbia'.

Nello stivale più modestamente spopolano altri tipi di griglie, quelle piccole degli Autogrill dove ogni giorno migliaia di Rustichelle vengono messe a riscaldare per poi essere "puntualmente dimenticate a lungo lì dentro" e consegnate a temperature infernali.
Ogni giorno si combatte una piccola ma violenta battaglia ideologica tra i panini (Sei più "Fattoria" o più "Fantasia"?) ma per qualunque panino batta il nostro cuore, ci accomuna la stessa rassicurante sensazione di entrare in posti tutti uguali e tutti pieni di gente insolitamente felice di mettersi in viaggio. Tutti disposti a comprare cose che al supermercato vicino casa non ci saremmo mai sognati di mettere nel carrello. E' il caso, ad esempio, del "Toblerone gigante" forse il simbolo stesso dell'Autogrill, "la sineddoche" perfetta del nostro vivere spensierati. Una figura retorica tutt'altro da sottovalutare: '…è espressione di un sentimento serio - ci spiega Piccolo - di una felicità che prescinde dalle questioni private, dallo stato delle cose della propria vita lasciata al punto di partenza. Il Toblerone puo davvero essere una risposta - minuscola ma simbolica - alle tribolazioni quotidiane, un modo ingegnoso per allontanarle ancora di più."

Alexis de Tocqueville scrisse che sarebbe stato giusto rendere uguali le condizioni e istituire un governo democratico "se al posto di vivere in una società brillante vi accontentaste di una prospera". E noi, noiose Brune cosmiche che guardiamo con ammirazione e simpatia le Bionde, ci accontentiamo, scusate se è poco, di vivere questa società prospera e contribuire al suo successo con una risata stupida, volgare, materialistica. Ma assolutamente grandiosa.

D.M.