Sig. Mortadella c'è una domanda per lei

“Che le cose per Prodi marchino male lo si capisce anche dal suo sito internet. Il Mortadella, aveva aperto uno spazio 'Scrivi a Romano': ma da qualche giorno a questa parte sulla destra, in piccolo, è stato scritto che tale servizio è stato 'sospeso a tempo indeterminato'!
Eppure i cittadini le domande continuano a farsele, eccome: la Tav si fa come dice Fassino o non si fa come dice Pecoraro Scanio?
Ma i Pacs, si fanno come dice la Turco o come dice la Bindi? Ma la fecondazione artificiale verrà rivista come dice Mussi o resterà tale e quale come dice Mastella?
Il ponte sullo Stretto si fa come dice Di Pietro o non si fa come dice quell'altro? In Afghanistan ci si resta come dice D'Alema o si prepara il rientro come dice quell'altro ancora?
E sulla scuola, radicali o margherita? E sulla droga, spaccio o lotta? Toc toc, Professore, ci risponde?”
<p>Che l'Unione sia in grave difficoltà non è una novità: sui più svariati temi dell'attualità (e potremmo dire anche 'dell'emergenza') politica le forze politiche della maggioranza parlamentare (ma minoranza nel Paese reale) sono assai divise, al punto da determinare quotidiane difficoltà sia al Presidente del Consiglio Romano Prodi (che riunisce il Consiglio dei Ministri assai più raramente di quanto non facesse Berlusconi), sia ai vari Ministri (non ultime le minacce di dimissioni del responsabile degli Affari esteri, Massimo D'Alema sulla questione rifinanziamento della missione in Afghanistan).
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L'imbarazzo è forte soprattutto tra coloro che si aspettavano dal centrosinistra (anzi, dal Sinistra-centro) un cambiamento di rotta rispetto ai 5 anni di governo della Casa delle Libertà. Chi pensava a una svolta, a un miglioramento perfino etico e morale, si è subito accorto che si trattava di una grande utopia, di una pia illussione: l'Unione in campagna elettorale era stata nè più nè meno uno specchietto per allodole: Prodi ha battuto tutti i record nella storia della Repubblica in quanto a poltrone, poltroncine e strapuntini, varcando la soglia da primato di Andreotti in quanto a nomine di Ministri, vice-Ministri, sottosegretari, giungendo perfino alla moltiplicazione dei segretari alla Presidenza del Consiglio dal giorno alla notte: dall'annunciato incarico unico a Enrico Letta (sostituto dello zio Gianni, fedelissimo di Berlusconi) a una manciata di poltrone distribuite seguendo nel peggior modo il manuale Cencelli: tot a una corrente, tot all'altra, tot a un partito, tot a un altro. Dire 'stile Prima Repubblica', anche con lo sdoppiamento degli incarichi e la frantumazione dei Ministeri, è quasi riduttivo.
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Che le cose per Prodi marchino male lo si capisce anche dal suo sito internet. Illusosi di governare sulla scia del consenso popolare, il Mortadella, aveva aperto uno spazio 'Scrivi a Romano': una sorta di forum in cui venivano perfino pubblicate le missive rivolte al leader senza leadership dell'Unione. Ma cos'è miracolosamente accaduto da qualche giorno a questa parte? Sulla destra, in piccolo, è stato scritto che tale servizio è stato 'sospeso a tempo indeterminato', come a dire che l'unica cosa sicura al momento è che non vogliono più le lettere dei cittadini. Non solo: a cliccare si nota che le ultime pubblicate risalgono ai primi di giugno: segno che tutte quelle pubblicate tra giugno e luglio non sono state messe sul sito. Anzi: forse erano troppe? Ma soprattutto: forse il loro contenuto non era gradito? Troppe critiche, rimproveri, comunicate disapprovazioni? C'è da giurarci che nè il webmaster, nè la redazione che starà dietro al sito web di Prodi sia già in vacanza, tutt'altro: gli aggiornamenti propagandistici sono attualissimi, ma la rubrica delle lettere dei cittadini è stata cancellata.
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Ma allora la Tav si fa come dice Fassino o non si fa come dice Pecoraro Scanio? Ma i Pacs, si fanno come dice la Turco o come dice la Bindi? Ma la fecondazione artificiale verrà rivista come dice Mussi o resterà tale e quale come dice Mastella? Il ponte sullo Stretto si fa come dice Di Pietro o non si fa come dice quell'altro? In Afghanistan ci si resta come dice D'Alema o si prepara il rientro come dice quell'altro ancora? Le tasse salgono come vuole Visco o restano così come le ha lasciate Berlusconi come vorrebbe la gente? E sulla scuola, Margherita e Radicali la pensano allo stesso modo? E sulla droga prevale la linea dello spaccio o della lotta? E sui centri di permanenza temporanea per gli immigrati clandestini la linea del Governo italiano è quella del loro ampliamento o quella della loro abolizione con flussi indiscriminati nelle nostre città?
Beh, tutte domande lecite, che riguardano anche la Legge Biagi o le mille altre riforme annunciate, mai messe in cantiere e di cui non c'è manco l'ombra, salvo aver aperto la via alle liberalizzazioni contro tassisti, farmacisti e avvocati, fermandosi un attimo prima rispetto al sistema finanziario, sindacale e cooperativo, che imbrigliano, quello sì, il sistema-Paese privandolo di spazi di competitività e libertà enormi, necessari per la ripresa.
Domande che Prodi ha deciso di non ascoltare, credendo di poter fare come quello che si nasconde dietro a un dito.
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Andrea Bonacchi </p>