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TRA ECOSCIENZA E COSCIENZA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Altre volte abbiamo affrontato il tema della sovrappopolazione del Pianeta. Tante volte abbiamo cercato di dare una visione completa del dibattito mondiale sull’inquinamento e sul surriscaldamento globale. Attualità impone che oggi si accosti a queste due tematiche le parole ‘aborto’ e, forse ancora peggio, ‘pianificazione’. Per non parlare di ‘sterilizzazione’, termine che - se oggetto di dibattito - sembra a dir poco ridicolo, per non dire tragico. Eppure questi sono tutti termini utilizzati da alcune personalità politiche e scientifiche liberal (del filone di pensiero di Al Gore) come soluzione al tema in questione.

Basta leggere qua e là i giornali, o leggere alcuni titoli di libri, per scorgere una china del pensiero modernista sbagliata e pericolosa. Una china inverosimile, propriamente eterodossa e, scusate la crudezza, forse anche disumana. Purtroppo o per fortuna è difficile da smascherare nella sua radice perché si intreccia a valori umani reali che tuttavia corrono in modo parallelo a una verità più profonda. Come spesso accade, i presupposti sembrano condivisibili, il nesso causale accettabile e quindi le conseguenze "digeribili" ad un numero sufficiente di intelligenze tale da infiltrarsi negli enti di ricerca, nei piani editoriali, nei salotti fino ad arrivare ad istituzioni pubbliche e, forse, alla Withe House.

Stiamo parlando del caso di John Holdren, a cui è stato da poco rinnovato il mandato come direttore dell'ufficio per le politiche sceintifiche e tecnologiche di Obama, un ufficio con un team di 50 persone  il cui compito è consigliare il Presidente su tematiche scientifiche, energetiche e sul global warming. Holdren è un sostenitore delle politiche abortiste e della sterilizzazione di massa contro l'aumento della popolazione umana. Un pensiero ben sintetizzato nel suo libro del 1977 dal titolo: "Ecoscience: Population, Resources, Environment". In un passaggio del quale si sosteneva che "al fine di provvedere ad una qualità più alta della vita per tutti, ci devono essere meno persone". Una "regolamentazione" che dovrebbe essere messa in atto da quello che lui chiama "Planetary Regime".

 

Ci permettiamo di ridurre all’osso il contenuto per evidenziarne la dinamica: il Pianeta sta vedendo una inesorabile e serrata crescita della popolazione mondiale, in particolare nei paesi in via di sviluppo, maggiormente India e Cina, crescita concomitante a un progressivo surriscaldamento causato da uno sfruttamento delle risorse energetiche non controllato, sicuramente alimentato dalla futura alta densità della popolazione mondiale (non ce ne abbiano i professori di chimica dell’ambiente: i passaggi tecnici sono altri e ci hanno tenuto tre mesi sul loro esame!). Lo scenario che si presenterebbe sarebbe dunque quello di un Pianeta sfruttato, inaridito, "provato" dall’ irresponsabile attività umana (direi attività produttiva e... riproduttiva). La soluzione: ridurre le emissioni di CO2, ricercare produzioni e risorsi eco-sostenibiili e frenare l’avanzare della sovrappopolazione.

Su quest’ultimo punto il nostro dispendio di energie non guarderà certo a dinamiche di "risparmio".
Quando si va a leggere e documentarsi sulle modalità, le motivazioni e le argomentazioni di questo controllo delle nascite, sembra che si parli di una colonia di qualche specie animale che toglie risorse a qualche altra specie in minoranza, e che quindi,l’uomo-responsabile-dell’andamento-del-cosmo deve tutelare. Siamo d’accordo, tuteliamo le minoranze e la natura e le specie animali, ricordandoci però che l’uomo, di varie specie animali e vegetali è "co-autore", o "co-operatore" non semplice convivente.

Non si tratta, attenzione, di catalogare come buono o cattivo un pensiero, è però quanto mai opportuno evidenziarne alcune storture di un pensiero "deviato".
Deviato rispetto a cosa? Rispondiamo senza incertezze. Deviato rispetto alla reale natura dell’uomo, alla sua radice antropologica profonda, deviato rispetto all’ordine del mondo.
È vero che l’uomo è custode del Pianeta e lo deve trasmettere nel miglior modo possibile alle generazioni future e a Chi lo ha creato. È vero che ha una responsabilità, perché è creatura e principe, figlio e re allo stesso tempo. Ma, riducendo all’osso il discorso, maggiore responsabilità la ha nei confronti di creature (che vengono prima, in ordine di valore, nella creazione) di cui è solo co-operatore, ossia dei suoi simili. Pensare quindi a una gestione dall’alto della creazione di un bene enorme, qual'è l’uomo, è un’aberrazione.

Tutto questo nasce non tanto da una reale e profonda responsabilità verso quello che abbiamo ereditato , quanto piuttosto, dal mettere avanti il benessere fin qui acquisito. Con questo articolo rimettiamo un punto alla discussione, che sicuramente dovrà svilupparsi nel senso di cercare il significato reale e profondo alle parole “libertà”, “responsabilità”, “verità”, termini messi in grave pericolo dalle politiche dell'attuale amministrazione Obama. E volenti o nolenti si dovrà passare anche dall’Enciclica di Benedetto XVI. 

Saba Giulia Zecchi