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Voglio fare la spesa dal benzinaio


Lo sciopero di 48 ore dei benzinai italiani contro la proposta di liberalizzazione dei distributori è un ottimo segnale della bontà della strada intrapresa da Bersani. Dopo la prima "lenzuolaa" di liberalizzazioni, in gran parte frantumatesi sulle barricate sindacali, oppure diluite fino a perdere di efficacia, il Ministro ci riprova ripartendo dai distributori, che in Italia rappresentano un vero e proprio cartello, all'interno del quale è bandita di fatto ogni reale concorrenza.

Da noi le pompe di benzina sono troppe e male localizzate, tanto che l'erogato è nettamente inferiore alla media europea: la liberalizzazione dovrà diminuirle di numero e concentrarle in aree commerciali strategiche, quali ad esempio i supermercati, liberalizzandone gli orari di apertura e permettendo a ciascun gestore di fare pubblicità. Ad oggi, sugli oltre 22 mila distributori, solo una decina si trovano nei supermercati, contro il 55,8% della Francia e una percentuale che rasenta il 100% della Gran Bretagna, dove è la prassi fermarsi a fare la spesa e fare rifornimento allo stesso tempo, dove alle 22 di sera la grande distribuzione è ancora aperta, garantendo un servizio fondamentale anche nei piccoli centri. Nelle isole britanniche anche a tarda sera è possibile fermarsi lungo la strada, fare rifornimento, entrare nel supermercato e pagare il gasolio o la benzina insieme alla cena o alle provviste per l'indomani. Queste attività commerciali non solo rendono vive zone in cui altrimenti, dopo il tramonto, non ci sarebbe niente, ma rappresentano un vero e proprio punto di riferimento e di sicurezza per intere comunità, che là dentro possono trovare anche i farmaci di prima necessità. Un'altra liberalizzazione già possibile in Italia, che pero purtroppo stenta ancora.

Nello stivale dei privilegi siamo ahimè ancora lontani da tutto questo. Da noi ci si permette di chiudere all'ora di pranzo e di riaprire il pomeriggio per poi smettere di nuovo al calar del sole. Un intervallo di "siesta" che rappresenta un lusso non solo anacronistico ma insopportabile per una logica di mercato. L'Italia è l'unico paese dove i consumatori si devono adattare ai ritmi e ai capricci delle categorie e non viceversa, col risultato, sotto gli occhi di tutti, di prezzi più alti e continui disagi. Sfido chiunque di voi a trovare un benzinaio aperto dopo le 19,30 che non sia in un Autogrill. Un vero scandalo e l'ennesimo attentato alla libertà di tutti noi.

La liberalizzazione dei distributori ai supermercati e la quella degli orari di apertura e chiusura, unita all'immissione nel mercato di nuovi soggetti stranieri si è calcolato potrebbe rappresentare per il consumatore un risparmio medio di 8 cent al litro.
In base ai dati raccolti dalle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori il prezzo di un barile di brent a dicembre 2006 era pari a 64,440 dollari, mentre il prezzo della benzina era fissato a 1,234 euro e quello del gasolio a 1,133 euro. Considerando che ad oggi il tasso di cambio euro-dollaro è praticamente invariato, un barile di brent è sceso tuttavia ai 50 dollari mentre la diminuzione del costo dei carburanti è nell'ordine dell' 1,7%. Una vera truffa, insomma, ai danni dei cittadini perpetrata dal cartello della distribuzione. Alla luce di tutto cio la liberalizzazione delle pompe di benzina è quindi più necessaria che mai, e rappresenta una battaglia di libertà sacrosanta che pero dovrebbe andare di pari passo con una seria politica di riduzione delle accise, le uniche, come ben sappiamo, che magicamente non scendono mai, qualsiasi sia il cambio, qualsiasi sia il costo del barile.

D.M.